L’Atac è la municipalizzata del Comune di Roma che gestisce i trasporti pubblici, fornendo un servizio che risulta molto spesso scadente o, per lo meno, incapace di soddisfare le richieste di un’utenza tanto corposa. A far tingere di rosso profondo i bilanci dell’azienda sono stati anni di cattiva gestione e scandali vari: dalla “Parentopoli” di Gianni Alemanno alle ultime indiscrezioni che sembrano tracciare una connessione con l’indagine che sta “terremotando” la Città Eterna.
Una situazione così compromessa da risultare irrecuperabile. A meno che non si chieda (e ottenga) aiuto altrove. Stando ai beninformati, l’amministrazione capitolina starebbe intavolando trattative con una non meglio identificata azienda cinese interessata al leasing degli autobus di Roma. A svelare tutto è stato l’assessore ai Trasporti, Guido Improta: “A noi interessa sviluppare partnership internazionali – ha detto – perché l’importante è rilanciare Roma come meta di collaborazioni industriali di livello mondiale. Siamo in trattative con dei partner cinesi che sono interessati al perimetro industriale di Atac”.
“Il piano generale del traffico e il piano industriale di Atac – ha continuato l’assessore – è di interesse a livello internazionale. Si sono fatti vivi fornitori storici italiani come Iveco, ma anche i francesi di Bollorè con i quali speriamo di collaborare, nel momento in cui dovessero arrivare i finanziamenti europei, per il rinnovo della flotta per quanto riguarda la mobilità elettrica. E c’è poi un terzo filone di trattativa – ha confermato Improta – quello del rinnovo della flotta Atac, attraverso delle soluzioni in leasing, e per questa tipologia di partnership si sono fatti vivi i cinesi. Chiaramente hanno come interesse di entrare in un grande mercato europeo e Atac vuol dire non solo Italia, ma anche Europa. Sono interessati a capire meglio le modalità di queste operazioni”.
Stando a quanto riferito dal responsabile dei trasporti pubblici di Roma, insomma, il misterioso interlocutore cinese starebbe ancora sondando il terreno per capire quali margini di convenienza possano esistere in una possibile partnership con l’Atac, azienda che – lo ricordiamo – versa in acque cattivissime. Ma c’è già chi intravede nelle discussioni appena iniziate il prodromo di una privatizzazione che potrebbe rimettere a posto i conti della municipalizzata. Aprendo le porte al Paese del Drago.