Bordighera: proseguono le ricerche del neonato abbandonato in mare

Ricerche in mare a BordigheraBordighera (Imperia) – Natalya Sotnikova, la donna russa di 40 anni arrestata per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, è accusata di aver ucciso il figlioletto di nove mesi, Semyon. Durante l’interrogatorio di ieri sera nel carcere di Imperia ha ammesso: “Ho voluto uccidere mio figlio”. Al procuratore aggiunto Grazia Pradella la donna ha confessato, con mente lucida, di aver nuotato per alcuni metri e sganciato il marsupio che conteneva il piccolo quando si è accorta che non respirava più.

Mentre soggiornava in un albergo extralusso di Bordighera, insieme al nuovo compagno sposato in seconde nozze, ha detto di aver preso l’auto per dirigersi verso la località di Bussana, di essersi tuffata in acqua col figlio addormentato, di aver nuotato per circa 100 metri e poi di essersi disfatta del fagottino. Dopodiché sarebbe rientrata in hotel intorno alle 4 del mattino.

Ieri era stata diffusa la notizia secondo cui la donna aveva abbandonato il piccolo, figlio del primo marito, sulla scogliera e di essere rientrata dopo un paio d’ore nella suite dove il nuovo compagno stava dormendo. È stato lui stesso a chiamare i carabinieri quando si è accorto che il bimbo non c’era più e che la donna non gli stava fornendo spiegazioni coerenti sulla sua sparizione.

Natalya, era fortemente depressa e convinta che il piccolo Semyon soffrisse di epilessia come la nonna. Questa sarebbe la motivazione per la quale avrebbe messo fine alla vita del neonato, affinché non soffrisse. Lei stessa, ha detto agli inquirenti, avrebbe voluto farla finita.

Da ieri i sommozzatori dei carabinieri e gli elicotteri e i mezzi Sar della Capitaneria di porto stanno cercando Semyon disperatamente. Oltre ai carabinieri e alla Guardia costiera italiana, si sono messe in moto anche la Gendarmerie e la French coast guard, poiché le correnti marine hanno potuto spingere il corpicino fino alle coste francesi.