Adolescente ritrova il padre su Facebook – Oggi è stata diffusa la notizia secondo la quale un uomo di 41 anni, un inglese dello Yorkshire, in Gran Bretagna, è stato arrestato e condannato a sei anni di prigione per aver stuprato ripetutamente la figlia di tredici anni, di cui non si conosce l’identità.
La ragazzina aveva ritrovato suo padre grazie a Facebook, ma la felicità per aver ritrovato il suo papà è durata poco e in breve si è trasformata in un incubo durato sei terribili mesi. L’adolescente era andata a vivere col genitore − che in passato aveva avuto problemi di alcolismo e depressione −, che abusava di lei a giorni alterni, dopo averla fatta ubriacare.
La vicenda risale a cinque anni fa ed è venuta fuori solo quando la ragazza ha raggiunto la maggiore età, lo scorso anno, allorché si è rivolta ai servizi sociali locali raccontando di avere subìto violenza dal proprio padre.
Il pubblico ministero Timothy Capstick, che ha ascoltato la ragazza, ha riferito che la giovane, per tutto il tempo in cui era stata vittima degli stupri, non si era mai rifiutata di fare sesso con il padre perché, diceva “era mio padre. L’avevo appena ritrovato, e così ho fatto quello che mi chiedeva”.
Come la ragazzina inglese, sono molti i ragazzini che preferiscono tacere su quanto stanno subendo da una persona che nell’85-90% dei casi è un famigliare stretto, un parente o qualcuno che gode di cui gode della massima fiducia. Le vittime sono soprattutto bambine e ragazze, oggetto di abusi sessuali o di femminicidio. Dal 2000 al 2012 si contano 94 di loro uccise da un genitore.