Meridiana: per l’ad Creagh, il futuro è low cost

MERIDIANA: EQUIPAGGI NEL MIRINO, CAOS VOLI SARDEGNA-PENISOLA

 

In qualunque modo la si voglia pensare, un merito deve essere riconosciuto al nuovo amministratore delegato della Meridiana, Richard Creagh: quello di aver avuto il coraggio e la lealtà di spiegare ai sindacati (e dunque ai lavoratori) come stanno realmente le cose. Nessuno si faccia troppe illusioni – ha mandato a dire l’irlandese – se vogliamo sopravvivere, dobbiamo ridurre drasticamente i costi. E quindi licenziare.

Il fresco ad, nominato circa un  mese fa per salvare la compagnia in caduta libera, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera niente affatto sibillina ai sindacati. Mettendo in chiaro tre punti fondamentali: primo, se Meridiana non è ancora fallita è perché gli azionisti (con in testa il fondatore Aga Khan) ci hanno ripetutamente messo i quattrini; secondo, non si potrà prescindere dalla ristrutturazione e occorrerà procedere con i tagli annunciati; terzo, per sopravvivere sul mercato, si dovrà “cambiare pelle”.

“Il trasporto aereo – ha scritto Creagh nella lettera – è l’industria più competitiva al mondo. E soltanto il più forte può sopravvivere. Nel corso degli ultimi sei anni, oltre un centinaio di compagnie aeree hanno cessato l’attività solo in Europa. Con le sue pesanti perdite e la sua struttura – ha spiegato il manager irlandese – Meridiana sarebbe stata già fuori dal mercato, se non fosse stato per il sostegno costante e generoso degli azionisti. Tutto ciò è vicino al termine. La competizione diventa ogni anno più dura”.

Di più: “Non possiamo sopravvivere – ha rincarato l’ad – a meno che non riduciamo drasticamente i costi e aumentiamo la produttività. Oggi, nel settore, non c’è spazio per le compagnie aeree con elevati costi unitari. Questa è la realtà – ha tagliato corto Creagh – Dobbiamo cambiare o morire“. Già, ma come? Anche su questo l’amministratore delegato sembra avere le idee molto chiare quando prende ad esempio compagnie come Easyjet e Ryanair prospettando, dunque, un futuro da low cost per Meridiana (o Alisarda). Un ridimensionamento pesante di cui i dipendenti – c’è da scommetterci – saranno i primi a pagarne le conseguenze.