Conosciamo già le dinamiche che portano una bufala a dilagare. Non staremo qui a sottolinearle ultimamente.
In questo caso, poi, la bufala è di dimensioni colossali: secondo quanto diffuso da una serie di siti web (primo tra tutti Rebubblica, il nuovo Corriere del Mattino con il nome storpiato dal principale quotidiano nazionale) dal prossimo primo gennaio Facebook sarà a pagamento.
La notizia ha iniziato a diffondersi tre giorni or sono e con essa sono giunte le smentite del caso dei siti che (per fortuna) svolgono come noi un lavoro abbastanza costante di debunking. Ci accodiamo e sottolineiamo anche noi come Facebook non sarà a pagamento dal prossimo anno.
Due gli aspetti da sottolineare in questo caso: Rebubblica, già dal nome (oltre che dal tenore delle altre news pubblicate), rappresenta evidentemente un sito poco attendibile. Credereste mai ad una notizia di calciomercato pubblicata da un fantomatico Gorriere dello Sbrott? Le dichiarazioni attribuite quindi a Zuckerberg (“Abbiamo pensato a lungo su questa decisione, ma alla fine della giornata, non abbiamo avuto altra scelta che aggiungere questa tassa mensile. Se non facciamo qualcosa per i nostri costi crescenti ora, Facebook potrebbe affrontare in un onere finanziario non recuperabile, e diventare uno dei social obsoleti”) sono assolutamente fallaci e il piano di servizio mensile (da quasi tre euro al mese) non è previsto.
D’altra parte – e questo è il secondo aspetto da sottolineare – gli utenti dei Social Network pagano già per i loro servizi apparentemente gratuiti: con l’enorme mole di dati fornita la ‘clientela’ di Facebook consente al Social Network più in voga del web (e a tutti gli altri possessori di Big Data) di avere in mano una miniera d’oro. Che vale sicuramente più di 3 euro al mese.
Rischiare di perdere questa costante indagine di mercato mutante (d’altra parte, se FB fosse a pagamento la diaspora sarebbe quasi certa) rappresenterebbe per FB una vera follia.