Confindustria vede rosa: Italia tornerà a crescere nel 2015

Confindustria

 

A intravedere rasserenamenti all’orizzonte è la Confindustria che nel corposo documento diffuso ieri ha delineato un quadro di graduale ripresa per l’economia italiana.

I prossimi due anni, secondo il Centro Studi di Confindustria, saranno, infatti, caratterizzati da una lenta ma significativa ripartenza che interesserà tutti gli indicatori più importanti. A favorirla saranno fattori interni ed esterni come il crollo del prezzo del petrolio, la svalutazione del cambio dell’euro, il rafforzamento del commercio mondiale, ma anche le misure introdotte dalla politica di bilancio del governo di cui la Confindustria è, come è noto, una convinta sostenitrice.

Secondo i calcoli del CSC, il costo del greggio, che nell’arco di poche settimane è diminuito di oltre un terzo, farà guadagnare 14 miliardi di euro all’Italia, con un impatto positivo sul Pil stimato in una crescita dello 0,3% nel 2015 e dello 0,5% nel 2016. Non solo: il maggior dinamismo del commercio globale – è la convinzione dei tecnici di Confindustria – porterà a un’ulteriore crescita dello 0,2% nel 2015 e dello 0,1% nel 2016. Questi e altri fattori concorreranno a far cambiare verso all’economia del Bel Paese il cui Pil (dopo anni di segni meno) tornerà a crescere dello 0,5% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016.

Buone notizie anche sul fronte dei consumi: secondo Confindustria, sono già ripartiti nel 2014, ma cresceranno ancora dello 0,5% nel 2015 e dello 0,8% nel 2016. Più nel dettaglio: aumenteranno i consumi dei macchinari e dei mezzi di trasporto (+1,2% nel 2015 e +2,4% nel 2016), mentre quelli delle costruzioni si riprenderanno solo in un secondo momento (-1,4% nel 2015 e +1,4% nel 2016). E a favorire questi nuovi cauti investimenti sarà, soprattutto, l’allentamento delle condizioni per i prestiti bancari.

Miglioramenti in vista anche per la disoccupazione: il tasso nazionale, che ha superato quest’anno il 13%, è destinato, secondo Confindustria, a calare gradualmente fino a toccare il 12,4% del 2016. E a rendere più rosei gli scenari tratteggiati da Viale dell’Astronomia sarà anche la lenta riduzione della pressione fiscale che, è l’auspicio dei tecnici, riserverà sorprese positive.

Fin qui le buone notizie. Ma l’indagine del CSC non poteva non tener conto dei tanti “freni” azionati dalla crisi: dall’alta disoccupazione che deprime i redditi e la fiducia delle famiglie all’estrema selettività del credito, passando per le difficoltà delle imprese che devono quotidianamente “combattere” con l’aumento dei costi di produzione e il calo dei fatturati. Per non parlare della corruzione che, secondo i calcoli dei tecnici di Confindustria, determina un calo di 0,8 punti percentuale del Pil pro-capite. Un ostacolo pesante alla ripartenza del Paese.