Natale: tra religione e paganesimo

Natale: tra religione paganesimo – Il Natale celebdownloadra la nascita di Gesù e cade ogni 25 Dicembre per la maggior parte delle Chiese cristiane occidentali e greco-ortodosse, il 6 ed il 7 Gennaio per le Chiese ortodosse slave e copte che seguono il calendario giuliano.

E’ la principale festa dell’anno, costituita da una serie di festeggiamenti che partendo dal solstizio d’inverno (il 21 Dicembre) arrivano fino all’Epifania.

Il racconto della nascita di Gesù ci è pervenuto attraverso i Vangeli secondo Luca e Matteo che narrano l’annuncio dell’angelo Gabriele, la deposizione nella mangiatoia, l’adorazione dei pastori, la visita dei Magi. Ma i Vangeli non fanno alcuna menzione della reale data di nascita di Cristo.

La prima associazione certa della nascita di Gesù con la data del 25 Dicembre risale alla metà del IV secolo e la si ritrova nel Chronographus dell’erudito romano Furio Dionisio Filocalo. Probabilmente questa data venne fissata per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti, la festa dedicata alla nascita del sole, ufficializzata da Aureliano nel 274 d.C.

Il solstizio invernale ed il culto del “Sol Invictus” nel tardo impero romano hanno verosimilmente influenzato l’istituzione del Natale. Esso «costituisce probabilmente il caso più significativo di come un concetto temporale con forti associazioni con la religione romana del tempo sia stato assorbito dal Cristianesimo e abbia assunto un nuovo significato».

La celebrazione del Natale non è presente nei primi elenchi delle festività cristiane. Le prime testimonianze della ricorrenza provengono da Alessandria d’Egitto e risalgono al 200 d.C.

Nel corso dell’ultimo secolo il Natale ha continuato a rappresentare un giorno di festa anche per i non cristiani, assumendo connotazioni culturali. In quest’ambito è vissuto come festa legata alla famiglia, alla solidarietà, allo scambio di doni.

I simboli del Natale sono il presepe, l’albero natalizio, la figura di Babbo Natale, il calendario dell’Avvento.

Il presepe, ricostruzione figurativa della Natività, deriva da rappresentazioni medievali risalenti a San Francesco d’Assisi e costituisce una tradizione particolarmente radicata in Italia.

L’albero di Natale, generalmente un abete addobbato con luci, festoni, dolciumi, piccoli regali e altro risale al mondo tedesco del XVI secolo e si basa su  tradizioni cristiane e pagane preesistenti. Verso l’XI secolo si diffuse nell’Europa del Nord l’uso di allestire rappresentazioni sacre che riproponevano episodi della Bibbia. Nel periodo dell’Avvento una rappresentazione molto diffusa era legata al brano della Genesi sulla creazione. Per simboleggiare l’albero della conoscenza del bene e del male del giardino dell’Eden si ricorreva ad un abete sul quale si appendevano frutti. Da quell’antica tradizione si è giunti all’albero di Natale dei giorni nostri, di cui si ha una prima documentazione nel 1512 in Alsazia.

Babbo Natale deriva dalla figura storica di San Nicola di Bari, ma nella sua forma moderna si è diffuso a partire dal XIX secolo negli Stati Uniti con la poesia A Visit from Saint Nicholas, pubblicata nel 1823 dallo scrittore newyorkese Clement Clarke Moore, in cui il personaggio viene proposto con le attuali fattezze.

Evento religioso o secolo-culturale il Natale commemora la nascita di Gesù e inaugura un periodo di cambiamento, di rinnovamento. Nell’antichità inaugurava la fine dell’anno e l’avvento di un periodo di serenità e prosperità. Nel mondo cristiano celebra la nascita di Gesù Cristo e prospetta un periodo di pace, in tempi in cui questa sembra essere una irraggiungibile chimera.