In base ad una direttiva nazionale a Natale e a Capodanno, Pompei e altri siti archeologici vesuviani resteranno chiusi.
Una decisione che ha scatenato molte polemiche, come quella di Antonio Pepe, Rsu degli Scavi di Pompei, che ha dichiarato: “Una decisione che penalizzerà non solo i turisti, ma l’immagine intera dell’Italia con una ricaduta negativa per la valorizzazione del sito archeologico e dell’economia locale”. Nelle ultime ore anche sul web e nei vari social si sono diffusi molti commenti negativi su tale direttiva da parte di numerosi turisti.
Dario Franceschini – di fronte alle numerose polemiche sorte dalla chiusura di Pompei per le Festività – ha dichiarato: “Polemiche estemporanee”; poiché si tratta di una scelta “presa con i sindacati” e dettata da “ragioni di buona amministrazione, dopo aver valutato i dati dell’affluenza”.
Secondo i dati raccolti pare che negli ultimi anni a Pompei si è riscontrato un calo dei visitatori, un tempo circa un migliaio al giorno, che il 25 dicembre del 2013 sono stai solo 827.
Per quanto concerne il totale dei visitatori di tutti i musei e i siti archeologici italiani, nella giornata del 25 dicembre dello scorso anno sono stati solo 12.376. Quindi di fronte a queste presenze contenute non erano giustificabili i costi per le aperture straordinarie nei Festivi.
Dal canto loro gli operatori turistici hanno dichiarato con indignazione: “E’ una vergogna, una tragedia senza precedenti, per noi equivale alla bancarotta. Il denaro già anticipato, come avviene per ogni società che vende servizi, è stato reinvestito per l’acquisto di pacchetti estivi, che saranno rivenduti dalla prossima primavera”. Rosita Matrone, il presidente degli albergatori di Pompei ha affermato dal canto suo: “Sarà il collasso economico di tutto il settore turistico-ricettivo”.