Nell’undicesima nota mensile diffusa ieri dall‘Istat, è possibile scorgere i primi segnali di una timida ripresa che sta interessando alcuni specifici settori dell’economia nazionale. Ma è sul capitolo lavoro e disoccupazione che vogliamo focalizzare la nostra attenzione, rivelando da subito come la strada risulti ancora in salita.
Stando a quanto certificato dall’istituto di statistica, l’occupazione si è mantenuta sostanzialmente stabile nel corso di tutto l’anno, fatta eccezione per il mese di ottobre che ha fatto registrare una caduta dello 0,2% rispetto a settembre. Nel terzo trimestre del 2014, è comunque aumentato il numero delle ore lavorate sia nelle imprese con almeno 10 dipendenti sia nell’industria in senso stretto che, nel contempo, ha fatto meno ricorso alla Cassa Integrazione (-10,9 ore rispetto allo stesso periodo del 2013).
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, anche qui il mese horribilis è risultato quello di ottobre che ha fatto schizzare la percentuale al 13,2% (contro la media europea ferma all’11,5%), tre decimi di punto percentuale in più rispetto al mese precedente. E stime in salita sono state rilevate anche in riferimento al terzo trimestre del 2014, con un aumento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A determinare questo peggioramento è stato, secondo l’Istat, l’aumento del numero di persone in cerca di lavoro (+5,8%), son specifico riferimento a coloro che lo hanno cercato per la prima volta (+17,6%). Ma a pesare sono stati anche i disoccupati di lunga durata (coloro che cercano lavoro da più di un anno), la cui percentuale è salita di più del 5% nel corso del 2014, compromettendo la discesa del tasso di disoccupazione, soprattutto nel Mezzogiorno. Non solo: ad aumentare è stato anche il numero delle persone che hanno smesso di cercare lavoro. Un “esercito” di disillusi (o scoraggiati) che, nel corso dell’anno, si è ingrossato del 6,5%.