Gli autori cattolici hanno sempre negato che il cristianesimo primitivo contemplasse culti segreti e dottrine esoteriche. Tuttavia, il Nuovo Testamento contiene alcuni testi in questo senso significativi (il Vangelo di San Giovanni, le Lettere di San Paolo, l’Apocalisse).
È indubbiamente esistito un certo numero di cristiani che, volendo andare oltre la fede, ricercavano la conoscenza perfetta, o Gnosi, quella che va al di là delle apparenze sensibili e permette di spiegare l’esistenza di ogni cosa.
Il termine Gnosi può applicarsi a un gran numero di sistemi teosofici sostenuti in tutte le epoche e religioni: le aspirazioni gnostiche emergono senza sosta dal pensiero religioso, perché esistono uomini che vogliono sfuggire ai legami della materia per elevarsi a Dio.
Lo gnosticismo designa un vasto movimento che si è sviluppato, nei primi secoli della nostra era, in seno al cristianesimo. Gli “gnostici”, che dicevano di essere i depositari della Conoscenza perfetta e salvatrice – dissimulata sotto i simboli dei Libri sacri -, trasmessa oralmente e segretamente dagli Apostoli, non formavano un corpo omogeneo, ma erano divisi in un gran numero di piccoli gruppi, di cenacoli, conventicole e società segrete, in relazione tra loro, od opposti l’uno all’altro. Le dottrine gnostiche, le cui origini sono ancora ignote (vi si riscontrano elementi egiziani, iraniani, greci, giudaici, ecc.), presentano differenze molto sensibili. Tuttavia vi si ritrovano un certo numero di caratteristiche comuni: superiorità della conoscenza sulla fede e le opere per assicurare la salvezza dell’uomo, gli “psichici” (coloro che si salvano con le loro buone azioni), i “pneumatici” [dal greco pneuma – spirito], o Gnostici, i soli capaci di pervenire alla pienezza dell’Illuminazione; il concetto di emanazione dall’Essere misterioso e insondabile, dell’universo, per mezzo di intermediari (gli Eoni), l’ultimo dei quali è un “Demiurgo” cattivo o inferiore, che ha creato il mondo sensibile; la possibilità dell’iniziato di ritornare alla sua Sorgente prima sviluppando il germe divino che è in lui; la luce interna (portata dallo Spirito Santo, che è “Dio sotto il suo aspetto attivo, illuminatore e salvatore”).
Tutte queste speculazioni derivano da un’unica intuizione: l’angoscia davanti al problema del male, il desiderio di spiegare come un mondo imperfetto e finito abbia potuto essere creato da un Dio infinito e perfetto.
Lo gnosticismo si propagò in tutto l’Impero Romano, nonostante le polemiche della Chiesa.
Un movimento derivato dalla Gnosi ma che, al contrario di questa, costituì una Chiesa animata da uno spirito di proselitismo e di conversione fu il Manicheismo, dottrina del riformatore persiano Mani (216-276), che estese la sua influenza tanto in Occidente quanto in Oriente, penetrando anche in Cina e Turkestan. I manichei formavano due categorie: gli Auditori o Catecumeni e gli Eletti, che erano tenuti ad un ascetismo rigoroso.
La forma più radicale della dottrina è il dualismo tra Bene e Male. La religione si configurava come religione di pura ragione, “in contrasto con la credulità cristiana”. Essa spiegava l’origine, la composizione, il futuro dell’universo, aveva una risposta per tutto e disprezzava il Cristianesimo perché pieno di dogmi. Secondo Mani la salvezza si poteva conseguirsi solo attraverso la conoscenza.
La Gnosi è stata sempre la grande tentazione di molti spiriti religiosi: molti uomini sono stati assillati dall’eterno problema della lotta tra Bene e Male. Altri hanno desiderato ottenere la Conoscenza perfetta, quella che spiegherebbe tutto, rispondendo a tutti i “perché”. Altri ancora invece hanno sentito meramente l’attrazione delle cerimonie misteriose.
La Chiesa cattolica non cessò mai di combattere queste tendenze “eterodosse”, ma inutilmente, riuscendo a distruggere solo una parte delle opere scritte dagli “eretici”. La tradizione gnostica non finì mai di esercitare la sua influenza, anche se in un modo segreto, nascosto agli sguardi; e se ne ritrova la lontana eco, sempre viva, in certi riti e simboli della Massoneria.