Elezione Presidente della Repubblica 2015: Antonio Martino, un liberale al Quirinale?

Antonio Martino

 

Chiariamolo subito: la possibilità che Antonio Martino diventi capo dello Stato è risicata. Se non altro perché a sponsorizzare la sua candidatura è quel Silvio Berlusconi che, se da una parte, può vantare un discreto potere di negoziazione con il contraente del Patto del Nazareno (Matteo Renzi) e fare affidamento sulla convergenza di Ncd (la pattuglia parlamentare capitanata da Angelino Alfano); dall’altra deve, però, fare i conti con l’inamovibile opposizione di coloro che considerano inaccettabile che a designare il prossimo presidente della Repubblica sia un condannato in via definitiva, in deficit di consensi.

Ma poiché in Italia tutto è possibile (soprattutto nei giorni che precedono l’elezione dell’inquilino del Colle), inglobiamo anche Martino nella lista dei “quirinabili” e ne tracciamo un breve profilo utile a svelarne i tratti politici più salienti. In modo da non trovarci impreparati, nel caso in cui dovesse effettivamente centrare l’ambito obiettivo. Nato a Messina nel 1942 (ha spento a dicembre la 72esima candelina), Martino si è laureto in Giurisprudenza nel 1964 e ha insegnato Economia e Storia politica e monetaria alle università La Sapienza e Luiss di Roma per diversi anni.

Un accademico appassionato di politica, come testimoniato dalla sua lunga militanza nel Pli (Partito liberale italiano). Ma è l’avvento di Silvio Berlusconi nella scena politica nazionale a segnare, nel 1992, la svolta per Martino che sposa con entusiasmo le posizioni dell’allora Cavaliere guadagnandosi la tessera numero due di Forza Italia. La sua vicinanza al leader gli ha procurato incarichi istituzionali di rilievo: nel 1994, Berlusconi lo nomina, infatti, ministro degli Esteri e nel 2001 lo sceglie come responsabile della Difesa.

Una fedeltà, la sua, che lo spinto a seguire l’ex premier in ogni occasione, transitando da Forza Italia al Pdl per tornare poi, sotto l’egida del solito Berlusconi, alla vecchia Forza Italia. Alla sua possibile salita al Colle, non crede neanche lui. Recentemente interpellato sull’argomento, ha infatti dichiarato: “Mi sembra uno scherzo da prete!”. Da liberale e liberista convinto – nemico di ogni forma di statalismo che, a suo giudizio, tratteggia un dispotismo – Martino è forse consapevole che le chance di succedere al Quirinale a un ex comunista come Giorgio Napolitano sono davvero poche.