Emulando il progetto “Hate Map” della Humboldt State University un team di specialisti – composto da giornalisti e docenti universitari delle Università di Milano, Sapienza di Roma, e Università Aldo Moro di Bari -, ha estratto ed esaminato circa due milioni di tweet realizzando una sorta di “mappa dell’intolleranza”.
Il progetto dell’equipe di esperti ha presentato un quadro della diffusione in Italia dei tweet razzisti, omofobi, misogini, antisemiti e intolleranti nei confronti dei disabili.
Sono circa un milione gli insulti contro le donne, 150 mila le frasi razziste, oltre 100 mila quelle omofobe.
Il dato è sconfortante! Dallo studio, a disposizione di tutti, emerge un’Italia antisemita e misogina.
Nell’insieme la distribuzione dell’intolleranza è concentrata maggiormente al Nord e al Sud. Dalla Toscana, dall’Umbria e dall’Emilia Romagna emergono dati molto scarsi.
Gli elementi più significativi rilevati dalla monumentale ricerca riguardano in particolare l’antisemitismo e l’odio contro le donne.
Il primo fenomeno si evidenzia soprattutto nel Lazio e nel Centro Italia, con un picco significativo in Abruzzo, nelle aree tra L’Aquila, Chieti, Pescara e Teramo, ma anche in alcune zone del Nord e del Sud.
Ma l’elemento su cui si concentra la maggiore proliferazione di tweet intolleranti è la misoginia: il numero di tweet contro le donne in soli 8 mesi è arrivato a 1.102.494, con 28.886 tweet geolocalizzati.
Attraverso la geolocalizzazione, effettuata con l’ausilio di Open StreetMap che ha consentito l’estrazione dei tweet, è stato possibile evidenziare le zone maggiormente a rischio di intolleranza.
Per ogni insieme analizzato sono state realizzate delle mappe termografiche, rilevanti la concentrazione e la distribuzione del fenomeno. Quanto più “caldo”, cioè prossimo al rosso, è il colore della mappa termografica, tanto più alto è il livello di intolleranza in quella determinata zona.
Le aree prive di intensità termografica non indicano la completa assenza di tweet discriminatori, ma zone che presentano una percentuale meno elevata di tweet negativi rispetto alla media nazionale.
Le offese dirette alle donne, agli omosessuali, agli immigrati, agli ebrei e ai disabili passano, quasi sempre per la dimensione corporea.
Come ha sottolineato la filosofa Martha Nussbaum insulti come “frocio di merda”, “negro di merda”, “ebreo di merda”, “handicappato di merda”, “troia di merda” dimostrano che “è in atto un vero e proprio processo di disumanizzazione, per tenere l’altro il più lontano possibile da sé. Come se fosse impossibile anche solo pensarlo degno di occupare lo spazio vitale condiviso”.