Uil: Trf anticipato? Un salasso da 330 euro all’anno per i redditi medi

Tfr

 

Della possibilità, per i lavoratori italiani, di intascare anticipatamente il proprio Tfr in modo da aumentare il budget mensile che dovrebbe portare a un rilancio dei consumi, si è parlato ampiamente. A meno di due settimane dall’entrata in vigore del provvedimento (che dovrebbe scattare il 1° marzo), il centro studi della Uil ha fatto due calcoli, scoprendo che, per il dipendente medio, potrebbe non essere un grande affare. Anzi.

Prendendo ad esempio il caso di un dipendente pubblico che guadagna mediamente 23 mila euro lordi all’anno, il centro studi del sindacato ha, infatti, calcolato che il Tfr in busta paga gli porterebbe un beneficio mensile di 97 euro, ma causerebbe anche un aumento dell’aliquota marginale Irpef – che passerebbe dal 23,9% al 27% – e una diminuzione degli sgravi fiscali dovuti al rialzo dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). Cosa vuol dire in soldoni? Che lo stesso lavoratore medio, alla fine dell’anno, potrebbe rimetterci 330 euro (50 euro di tasse in più e 280 euro di sgravi fiscali in meno).

“Non vorremmo passare per i soliti gufi, come ama spesso ripetere il presidente del Consiglio a chi lo contraddice – ha ironizzato il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy  però questa idea del Tfr in busta paga come politica per il rilancio dei consumi ci pare azzardata e rischia di creare anche un piccolo buco nel bilancio dello Stato in quanto, a nostro avviso, saranno pochissimi i lavoratori che opteranno, a queste condizioni, per avere subito il Tfr in busta paga”.