In contratto di solidarietà per un anno: è questo lo scenario che si profila per i 4.074 lavoratori in esubero dell’Ilva di Taranto su cui ieri azienda e sindacati hanno trovato un accordo. A sottoscrivere l’intesa Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Flmu e Usb.
Ma dell’impianto siderurgico più grande d’Italia si continua a parlare anche in Parlamento. Alla Camera, infatti, continuano le discussioni sul decreto legge che al Senato è passato a colpi di fiducia e che prevede (tra le altre cose) lo stanziamento di 35 milioni di euro per favorire l’accesso al credito alle piccole e medie imprese fornitrici dell’Ilva, oltre che la cosiddetta “prededucibilità” per le aziende creditrici che hanno svolto lavori per il risanamento ambientale.
Non solo: il decreto Ilva prevede anche lo stop alle cartelle esattoriali e ai versamenti di tributi per gli autotrasportatori e le piccole imprese dell’indotto e l’erogazione di 5 milioni di euro (in due anni) che dovrebbero mettere la Regione Puglia nelle condizioni di potenziare i propri mezzi e le proprie risorse nella lotta contro i tumori. Il testo (che dovrà essere licenziato dalla Camera entro il 6 marzo) contempla, infine, misure per la ricollocazione dei lavoratori licenziati e indicazioni sul piano che il commissario dovrà mettere a punto in merito alla bonifica e alla riqualificazione dell’area occupata dal “gigante” siderurgico.