L’ultimo incidente si è verificato in una scuola di Pescara dove, solo pochi giorni fa, tre studenti sono stati colpiti dall’intonaco distaccatosi dal soffitto. Ma la lista potrebbe allungarsi a dismisura perché i casi di crolli nelle scuole italiane si registrano ormai con indicibile frequenza. E determinano, qualche volta, conseguenze irreparabili.
Per questo Cittadinanzattiva, organizzazione da sempre sensibile al tema dell’edilizia scolastica, ha rimarcato l’esigenza di intervenire con tempismo. Per scongiurare altri inaccettabili “sacrifici” dovuti all’incuria e all’irresponsabilità pubblica. “Non si può aspettare inermi il prossimo episodio di crollo – ha tagliato corto Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva – Occorre agire in via preventiva e rapidamente”.
Già, ma come? L’idea è quella di istituire delle task force a livello locale che riescano a effettuare, nel minor tempo possibile, sopralluoghi e accertamenti sulle scuole. Squadre di ingegneri, architetti, Vigili del Fuoco, addetti alla Protezione Civile e tecnici degli uffici comunali e provinciali dovrebbero, in pratica, preoccuparsi di verificare lo “stato di salute” degli istituti scolastici del territorio e di segnalare le criticità su cui occorre intervenire con urgenza (quasi sempre si tratta di tetti, solai e controsoffitti).
Un’operazione onerosa che, secondo Adriana Bizzarri, potrebbe essere sostenuta economicamente grazie ai fondi che il governo Renzi ha previsto di stanziare, nel 2015, per le iniziative “Scuole belle” e “Scuole Sicure”. Ma non basta: per la responsabile Scuola di Cittadinanzattiva occorre anche provvedere al completamento dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica. Uno strumento indispensabile per coordinare gli interventi in un Paese che, come il nostro, conta un allarmante numero di incidenti tra i banchi di scuola.