OpenPolis: dalla Grecia alla Germania, 28 sfumature di crisi in Europa

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C’è crisi e crisi. O meglio: ci sono vari modi di reagire alla stessa crisi. Come dimostrato dall’ultimo mini dossier confezionato da OpenPolis – intitolato “Piove sempre sul bagnato” – che ha posto l’accento sulla diversa capacità di resilienza dei Paesi europei.

Alcuni esempi? Tra il 2007 e il 2014, le morti sul lavoro sono diminuite del 67,71% nei Paesi Bassi, mentre in Polonia il gender pay gap (ovvero la differenza di salario tra i lavoratori e le lavoratrici) si è ridotto del 57,05%. Per non parlare della solita Germania che, negli anni della crisi, ha fatto registrare un calo della disoccupazione. Tutt’altra musica in Paesi come la Spagna, dove la disoccupazione giovanile è aumentata del 206,63%; o come l’Italia, che è diventato il Paese europeo con la più alta quota di giovani che non studiano né lavorano (22,2%).

Focalizzando l’attenzione sul tasso di disoccupazione, lo studio di OpenPolis ha poi evidenziato che, negli ultimi 7 anni di recessione, le differenze tra i vari Paesi Ue sono state significative. A uscirne con le ossa rotte è stata la Grecia il cui tasso di disoccupazione è aumentato del 18,1%. Ma è andata male anche alla Spagna, che ha fatto registrare un aumento del 16,3% dei disoccupati, e a Cipro (+12,2%). E l’Italia? Il tasso di disoccupazione, tra il 2007 e il 2014, è salito nel nostro Paese del 6,6%, doppiando abbondantemente la media europea che si è fermata al 3%. E se in Paesi come la Romania e l’Ungheria, questi ultimi anni di sofferenza non hanno sostanzialmente cambiato molto (i rispettivi tassi di disoccupazione sono aumentati dello 0,39% e dello 0,3%), a Malta e in Polonia si è assistito a un sorprendente calo della disoccupazione (-0,6%) che ha raggiunto il record in Germania (-3,5%).