Roma – Dopo l’approvazione da parte del Senato, anche la Camera oggi ha confermato il sì alla riforma elettorale, con voto segreto, che è divenuta quindi legge con 334 voti a favore, 4 astenuti e 61 contrari.
Tra i fondamenti della legge, che entrerà in vigore nel luglio 2016, un premio di maggioranza per la lista che supera il 40% dei voti, capilista bloccati e soglia di sbarramento fissata al 3%.
Soddisfazione ha espresso prima il premier, Matteo Renzi: “Avanti con umiltà e coraggio”, che il Ministro Boschi: “Missione compiuta. Il governo ha mantenuto l’impegno. Abbiamo promesso, abbiamo mantenuto”.
Il voto – I partiti di opposizione hanno lasciato l’Aula al momento del voto in segno di protesta contro il governo. Nonostante ciò, i voti contrari sono stati 60, un dato politico non irrilevante, come ha sottolineato Pierluigi Bersani subito dopo la votazione.
“Se 38 sfidano il governo non votando la fiducia vuol dire che il dissenso è molto maggiore. Ma non sono i numeri ad interessarmi, il fatto è che si è approvata la legge elettorale con meno della maggioranza. Questo è il punto politico ed è quello che ho sempre detto a Renzi dall’inizio”, ha poi aggiunto Roberto Speranza.
Da Forza Italia Brunetta attacca Renzi parlando di “vittoria di Pirro. Con questi voti la riforma costituzionale non passerà mai e se non passa questo Italicum è incostituzionale. I numeri sono tali che in Senato Renzi non ha la maggioranza ormai su nulla”.