Fipe: oltre 360 mila lavoratori nei bar. Molti a tempo indeterminato

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La Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi – ha scattato una fotografia dettagliata del “mondo bar“, passando in rassegna i dati relativi agli oltre 149 mila locali nei quali molti italiani amano fare colazione o incontrarsi a fine giornata.

Cosa è emerso? Che si tratta di un settore capace di generare consumi per 18 miliardi di euro e di dare lavoro a più di 360 mila addetti. Con l’85% che svolge mansioni operative e il 72% che lavora a tempo indeterminato. Tra le forme contrattuali, a spopolare sono i part-time, scelti dal 56,5% dei lavoratori nei bar, mentre gli stagionali sono poco più di 11.800 unità. E da rilevare è anche la crescente presenza di stranieri nei bar italiani, sia nei panni di imprenditori che di lavoratori dipendenti. La loro percentuale sul totale ha raggiunto, infatti, il 21,5%.

Quanto ai dati relativi all’avvio e alla chiusura, la Fipe ha calcolato che, nel 2014, sono stati aperti 8.236 bar ma 13.256 hanno dovuto abbassare per sempre la saracinesca, con un saldo negativo pari a 5.020 imprese. Ancora: la metà dei bar italiani riesce a sopravvivere solo 5 anni.

Passando ai prezzi, è stato invece rilevato che la consumazione media dell’italiano che va al bar si aggira intorno ai 3,50 euro. Più nel dettaglio: la colazione costa mediamente 2,20 euro, mentre il pranzo 6,40 euro. E se il 58% dei clienti che fanno colazione fuori casa optano (come è facile intuire) per i prodotti da forno e della caffetteria, più del 50% di coloro che si siedono, invece, al tavolino di un bar a fine giornata, ordina una bevanda (alcolica o analcolica).

E se vi state chiedendo qual’è la regione che conta il maggior numero di bar, sappiate che è la Lombardia (25.000) in cui la sosta al bar (magari per un “apericena”) rimane un must irrinunciabile. A seguire il Lazio (con quasi 15.200 bar su tutto il territorio regionale) e la Campania (13.859). Mentre la Sicilia è la regione in cui il numero di esercizi monitorati dalla Fipe si ferma a 8.153, con un indice di densità per mille abitanti pari all’1,6%. Davvero poco.