“Co-sleeping”: dormire coi figli nel lettone giova alla salute

A dispetto ddownloadi quanto affermano pediatri e operatori dell’infanzia – che sostengono la pericolosità o immoralità dell’abitudine di dormire coi propri figli – , condividere il lettone coi genitori apporterebbe benefici psico-fisici a mamma, papà e soprattutto ai bimbi.

Il più autorevole esperto di “co-sleeping” – termine tecnico che definisce tale consuetudine, comune al 90% degli esseri umani-, James McKenna, direttore del Mother-Baby Behavioral Sleep Laboratory (Laboratorio di ricerca sul sonno materno-infantile), e titolare della cattedra di Antropologia Edmund P. Joyce C.S.C all’Università di Notre Dame, intervistato dall’Huffington Post ha spiegato, su basi meramente scientifiche, i motivi per i quali dormire coi propri figli sia una manna per la salute.

Il dottor McKenna ha avviato una ricerca sull’argomento iniziando dallo studio degli effetti fisiologici negativi sulla frequenza cardiaca, sul respiro, sulla temperatura corporea, sulla sensibilità alle malattie, sui livelli di cortisolo, la digestione e i tassi di crescita dei cuccioli di un primate, dopo un breve periodo di separazione dalla madre.

Eseguendo lo stesso esperimento sugli esseri umani McKenna ha rilevato che allattamento e condivisione del letto regolano il comportamento, “dimostrando come le modalità sensoriali delle madri e dei bambini si influenzano a vicenda: non è solo la madre a cambiare lo stato del sonno e la condizione fisiologica del bambino ma è anche il bambino che regola il comportamento e lo stato fisiologico della madre”.

Scientificamente ha evidenziato che i neonati sono quelli che maggiormente traggono vantaggio dal contatto con il corpo materno, che continua a condizionare e regolare il bambino anche dopo il parto: “L’unico ambiente a cui il neonato si adatta è proprio il corpo della madre. Accarezzando un neonato si cambia il suo respiro – (il respiro della madre e del bambino sono regolati dalla presenza l’uno dell’altra) -, la sua temperatura corporea, il tasso di crescita, la pressione del sangue e i livelli di stress”.

In sostanza, conclude McKenna,  “Tenere in braccio un bambino, cullarlo e dormire con lui non è solo un bel principio sociale ma anche un importante contributo alla sua buona crescita”.

Tuttavia l’esperto non ha chiarito fino a che età, per un figlio, possa essere ancora utile e sano dormire in mezzo a mamma e papà.