La Cgia di Mestre non ha dubbi: quella diffusa ieri è sicuramente una buona notizia per i contribuenti italiani. I quali, per una volta, non verranno ulteriormente tassati, grazie alla “clemenza” dei presidenti di Regione che – quasi ovunque – hanno deciso di non aumentare l’addizionale regionale Irpef per l’anno in corso.
Nello specifico: i governatori dell’Emilia Romagna, della Lombardia e della Provincia Autonoma di Trento hanno optato per un leggero aumento dell’addizionale; quelli di Molise e Calabria hanno addirittura deciso di diminuirla, mentre in tutte le altre regioni, è rimasta invariata. Eccezione fatta per il Lazio, la Liguria e il Piemonte dove l’addizionale si è fatta più pesante, soprattutto per i contribuenti con i redditi più alti.
“Va segnalato che la quasi totalità delle regioni ha deciso di non aumentare l’aliquota fino al livello massimo – ha osservato il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – Dal 2015, infatti, i governatori hanno la possibilità di elevarla sino al 3,33%: opzione che è stata sfruttata solo dal Piemonte, per i redditi oltre i 75.000 euro, e dal Lazio. Ricordo, inoltre, che la legge di Stabilità ha tagliato 3,5 miliardi di euro di trasferimenti alle regioni a statuto ordinario. Nonostante ciò – ha sottolineato Bortolussi – non aver agito sulla leva fiscale dimostra che la stragrande maggioranza dei presidenti ha operato con un grande senso di responsabilità nei confronti dei propri residenti”.
E la scelta di non infierire con la “scure” fiscale allieterà non poco i contribuenti. Soprattutto se si tiene conto che il gettito dell’addizionale regionale Irpef è cresciuto, negli anni, in maniera esponenziale (del 350%), passando dai 2,4 miliardi di euro incassati nel 1999 ai 10,9 miliardi del 2014.