Kinshasa: morto Ilunga Mwepu, il calciatore che batté la punizione al contrario – Il Video

I più grdownloadandi appassionati di calcio non potranno non ricordare quanto di inusuale avvenne nel 1974, durante i Mondiali di calcio di Germania.

Il 22 giugno di quell’anno a Gelsenkirchen si disputò il match Zaire – che si era qualificato ai Mondiali per la prima volta, dopo aver vinto in Egitto la coppa d’Africa -, Brasile, squadra campione del mondo in carica.

All’epoca lo Zaire era governato dal dittatore Mobutu Sese Seko, autore del golpe del 1960, che aveva assunto prima la carica di Capo di Stato maggiore e poi, nel 1965, di Presidente della Nazione.

Considerato uno dei dittatori più feroci della storia dell’Africa nel 1997, grazie alla sommossa guidata da Laurent Kabila, fu deposto e costretto a fuggire dal Paese.

Ebbene la squadra dello Zaire, prima di incontrare il Brasile, aveva subìto una clamorosa sconfitta per 9-0 dalla Jugoslavia, suscitando lo sdegno del tiranno Mobuto che, rivolgendosi ai giocatori minacciò: “se perderete più di 3-0 con il Brasile al ritorno a casa troverete le vostre tombe”.

All’85esimo del secondo tempo – il Brasile batteva lo Zaire per 3-0 –, l’arbitro fischiò una punizione in favore del Brasile. Mentre Rivelino si apprestava a calciare la sfera, inaspettatamente (e in apparenza incomprensibilmente), dalla barriera il terzino destro Ilunga Mwepu con un guizzo si impossessò del pallone e lo calciò in direzione della tribuna, lasciando gli astanti a bocca aperta. Il match si concluse con la sconfitta della squadra africana per 3-0.

Dopo questo episodio Mwepu fu preso di mira dai media e schernito dal mondo intero. La stampa ironicamente scrisse che Mwepu non conosceva le regole del gioco.

Per anni il calciatore africano, per questo episodio, è stato ritenuto “icona naif”.

In realtà solo nel 2002, in un’intervista alla BBc, si è saputo, dalla stessa bocca del calciatore, il motivo che si celava dietro quel gesto. Al cronista del network britannico disse: «Mobutu ci aveva minacciato di morte, eravamo già sul 3-0, fui preso dal panico e calciai il pallone lontano. I brasiliani ridevano, ma non capivano cosa io provassi in quel momento».

Da allora quella punizione battuta al contrario, smise di essere considerata come una sorta di “marchio d’infamia”, rivelandosi un’azione disperata volta alla salvezza propria e della squadra.

Lo scorso venerdì 8 Maggio 2015 a Kinshasa, a 65 anni Joseph Ilunga Mwepu è morto, lasciando di sé il ricordo di un’impresa tanto ardita quanto memorabile, immensamente coraggiosa.