Il fenomeno dei telefoni erotici nasce a inizio anni novanta con le linee a pagamento 144, 166 e 178, successivamente rimpiazzate dagli 899 a basso costo.
Oggi per meno di 1 euro al minuto, restando nell’anonimato, si può fare sesso telefonico scegliendo, a seconda delle preferenze, tra ragazze, donne mature, trans, gay o “padrone”.
Nella maggior parte dei casi chiamare i telefoni hard equivale a divertirsi, trasgredire, spezzare la monotonia della quotidianità, se non ad allontanare la solitudine: certi habitué non di rado si limitano a confidenze di carattere personale, cercando nell’interlocutrice una confidente.
Gli avventori del servizio sono single che cercano compagnia e che desiderano esternare liberamente fantasie e impulsi sessuali, nonché uomini impegnati che esitano a rivolgere alla partner frasi spinte, o per timidezza, o per timore di essere disapprovati.
In tal senso potrebbe anche essere vero che i servizi telefonici hot (qui un esempio di telefono erotico) aiutino i più riservati a liberarsi delle proprie inibizioni, migliorando il rapporto con la propria libido e col partner.
Dopo il boom iniziale negli ultimi anni, – probabilmente anche in virtù della crisi economica e dei costi in principio piuttosto elevati -, si è assistito a un ridimensionamento del servizio, ora quasi prettamente relegato al web, su cui si trovano siti che offrono lecitamente prestazioni telefoniche di natura erotica.
Collegandosi a internet con un telefono cellulare, con un semplice click ci si mette subito in contatto con la ragazza di turno.
E data la penuria di lavoro spesso a flirtare e gemere al telefono non è una professionista del porno, ma la ragazza della porta accanto: neolaureate che hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, ragazze in cerca di guadagni facili (un call center erotico può offrire fino a 1300 Euro al mese anche lavorando da casa), madri in difficoltà, casalinghe annoiate e donne curiose di sapere fino a dove può spingersi la fantasia di un uomo.
Sulla scorta di quanto detto è lecito concludere che i telefoni hot – non sempre accolti dai conformisti più tracotanti e antiquati -, in fondo offrano anche una sorta di “servizio di pubblica utilità”, arginando altresì la mancanza di lavoro?!