Roma – Dopo i duri attacchi dei sindacati alla bozza di riforma della scuola, tra manifestazioni e blocco degli scrutini, arriva oggi la replica del premier Matteo Renzi, che apre alla possibilità di un dialogo per apportare qualche modifica alla riforma, ma “nessun boicottaggio”.
“Quando si chiede ai ragazzi di boicottare le prove o si minaccia il blocco degli scrutini, non si sta facendo un servizio alla scuola o a quei ragazzi, io vi chiedo: discutiamone, parliamone, ma facciamolo sulle cose concrete, non sugli slogan ideologici”.
Con un videomessaggio, con tanto di gesso e lavagna, Renzi si è detto “contento del fatto che la scuola sia al centro della discussione, ma non apprezzo alcuni toni, le polemiche, i boicottaggi sui test Invalsi. Probabilmente abbiamo sbagliato anche noi nei messaggi di comunicazione, ma l’idea che la scuola sia al centro della discussione è la cosa più importante”.
Il premier ha spiegato poi i punti chiave dalla riforma “buon scuola” mettendosi nei panni di un insegnante: “La buona scuola c’è già in Italia: è la professoressa che, nonostante il controsoffitto o le difficoltà della banda larga, insegna ad allargare il cuore con la poesia; è l’insegnante che fa una orchestra in periferia”.
E sui fondi: “Diamo più soldi agli insegnanti e non meno e non solo perché da lì dipende l’autorevolezza sociale ma perché è un fatto di giustizia”.
Intanto, ogni voce su una possibile fiducia sul ddl scuola è stata smentita da fonti del governo.