Fiera di Roma: 23 lavoratori a rischio, sindacati annunciano sciopero

Fiera di Roma

 

“Dopo mesi di tentativi e agitazioni sindacali, Roma continua a disinteressarsi del destino della sua Fiera e rischia seriamente di diventare la prima Capitale europea senza un centro fieristico-congressuale”: è questa l’accusa che le sigle sindacali hanno mosso, nei giorni scorsi, ai soci pubblici della Fiera di Roma, la struttura fieristica, a due passi dall’aeroporto di Fiumicino, che versa da tempo in acque agitate.

Un disinteresse che i soci di maggioranza – la Camera di Commercio, Roma Capitale e Regione Lazio – avrebbero tradito più volte, disertando i vari incontri convocati dai sindacati e dai consiglieri comunali per avere chiarimenti sul futuro del polo fieristico e dei suoi lavoratori. Ventitrè dei quali rischiano concretamente di perdere il posto: per loro è, infatti, già scattata la procedura di mobilità che scadrà a giugno.

Da qui la scelta di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs di ricorrere alle maniera forti annunciando uno sciopero per i prossimi 9 e 10 giugno. Due date non casuali, che coincideranno con l’allestimento e l’inaugurazione del Congresso Internazionale di Reumatologia che dovrebbe portare in Fiera un numero importante di medici provenienti da tutta Europa. Un modo per accendere l’attenzione su una vertenza rimasta nell’ombra, che pare essersi generata (questa è la tesi sostenuta dai sindacati) dall’incuria dei soci e dalla cattiva gestione della governance.

“La Fiera sta andando sempre più in agonia e va inesorabilmente incontro alla morte – hanno rincarato i rappresentanti dei lavoratori – Va chiusa? Se è così, assumetevi la vostra responsabilità, ditelo e fatelo – hanno aggiunto rivolgendosi alle istituzioni che continuano a mostrarsi distratte – La prossima settimana andremo in Regione, ma a discutere di che? Di una procedura che secondo noi non è valida? O di 23 lavoratori che rischiano il posto? Le beghe politiche non possono intaccare le vite umane che lavorano in Fiera”.