Sciopero trasporti pubblici: il Jobs Act ferma bus e metro

Sciopero

 

E’ in arrivo un nuovo venerdì nero per i cittadini costretti a spostarsi con i mezzi pubblici. Domani 15 maggio scatterà, infatti, lo sciopero nazionale indetto da Usb (Unione sindacale di base), Cgil, Uil Trasporti, Or.S.A. Tpl e Ugl.

La situazione a Roma si preannuncia caotica perché a spegnere i motori non saranno solo i dipendenti dell’Atac, ma anche quelli della Roma Tpl e della Cotral. In pratica, dalle 9 fino alle 17, tram, autobus e metropolitane della Capitale rimarranno fermi, con disagi non indifferenti per i pendolari e inevitabili ripercussioni sul traffico automobilistico.

Ma perché i lavoratori dei trasporti pubblici nazionali incroceranno le braccia? Lo sciopero, convocato a livello nazionale – spiega l’Usb in una nota – è stato indetto contro i provvedimenti del Jobs Act, le privatizzazioni selvagge che dirottano capitali pubblici verso soggetti privati, i continui innalzamenti dell’età pensionabile, le pesanti discriminazioni imposte dal Testo Unico sulla Rappresentanza, le gravi penalizzazioni di un Contratto nazionale fermo da ben 8 anni”. “L’Usb – continua la nota – chiama i lavoratori del tpl (trasporto pubblico locale, ndr) a rialzare la testa e ad aderire in massa allo sciopero per dare un segnale netto a tutti quelli che vogliono ledere i loro diritti e la loro dignità”.