Confesercenti: ripresa non percepita da metà degli italiani

Ripresa

 

Ci sono risposte che riescono a restituire, meglio di qualsiasi rilevazione statistica, il reale clima del Paese. Come quelle raccolte dalla Confesercenti, con l’ausilio tecnico della Swg, che ha chiesto (tra le altre cose) agli italiani se oggi si viva meglio o peggio di un anno fa. Il 50% ha dichiarato di non aver percepito alcun cambiamento, il 46% ha parlato di un peggioramento mentre solo il 4% si è sbilanciato a favore di un netto miglioramento. Come dire che la ripresa – promozionata da più parti sulla scorta di alcuni recenti indicatori – non è ancora entrata a casa della metà degli italiani. O, se lo ha fatto, loro non se ne sono accorti.

Ma andiamo avanti. La Confesercenti è riuscita a calcolare l’indice Sef (Solidità economica percepita), che a maggio è risultato pari a 55 (lo stesso di febbraio). Come ha fatto? Interpellando un campione di famiglie italiane su tematiche ben precise. Prima tra tutte, la loro condizione finanziaria complessiva. Ecco cosa è venuto fuori: il 56% dei nuclei intervistati ha segnalato una situazione di disagio, con un 42% che si è definito insoddisfatto e un 14% del tutto insoddisfatto. Il 44% degli interpellati ha, invece, parlato di una condizione sostanzialmente soddisfacente, con una quota del 2% autodefinitasi del tutto soddisfatta.

E passiamo ai redditi: il 47% delle famiglie intervistate ha affermato di riuscire appena a coprire le spese di prima necessità mentre il 14% si è definito povero. Va sufficientemente bene, invece, al 38% degli intervistati e benissimo al solito 2% del campione che, con il suo reddito, non solo ha affrontato le spese giornaliere senza pensieri, ma è anche riuscito a concedersi qualche lusso.

E il lavoro? Stando al sondaggio Confesercenti-Swg, è uno “spauracchio” per il 64% degli intervistati. Più precisamente: il 38% ha dichiarato di temere abbastanza che qualche membro della famiglia possa perdere il lavoro e il 26% si è detto molto preoccupato. Di contro: il 26% ha detto di avere poca paura a riguardo e il 10% non ha tradito alcun timore.

Quanto alla qualità della vita: il 21% degli interpellati l’ha definita insostenibile, il 34% accettabile e il 45% soddisfacente. E, infine, i consumi. Invitate a pronunciarsi (teoricamente) sulle spese dei prossimi sei mesi, il 41% delle famiglie intervistate ha profetizzato consumi sostanzialmente stabili, il 30% ha parlato di consumi in calo (praticamente prevedono di spendere di meno), mentre il 24% ha prefigurato di mettere un po’ più frequentemente la mano al portafoglio.