La primavera non è iniziata bene per gli albergatori italiani. Come spiegato dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca che – in occasione della 65esima assemblea generale dell’associazione, che si è svolta lo scorso weekend a Como – ha parlato di un calo dell’1,5% delle presenze alberghiere negli ultimi due mesi.
Una flessione che preoccupa non poco gli operatori del settore i quali confidavano nell’andamento positivo registratosi all’inizio dell’anno: tra gennaio e febbraio, infatti, le presenze negli alberghi erano cresciute dello 0,8%. E che temono ripercussioni pesanti per la stagione estiva ormai alle porte. Nel dettaglio: a determinare questo “calo primaverile” sono stati gli italiani le cui presenze negli alberghi sono diminuite, tra marzo e aprile, del 3,4%. Mentre a limitare i danni sono stati gli stranieri, che hanno fatto registrare un +0,4%.
“Mentre a stento la componente straniera riesce a stare a galla – ha commentato Bernabò Bocca – spaventa il quasi crollo della clientela italiana, dalla quale ci aspettavamo una ripresa sulla scia sia delle misure economiche adottate dalla Bce sia da quelle varate dal Governo con gli 80 euro in busta paga e l’opzione di avere sempre in busta paga l’anticipo del Tfr”.
E se i turisti sono di meno, allora anche il personale tende a ridimensionarsi. E, infatti, nei mesi primaverili, al calo dei visitatori è corrisposto un calo dell’occupazione dell’1,8%, che ha investito, in maniera più blanda (si fa per dire), i lavoratori a tempo indeterminato (-1,6%) e, in maniera più marcata, quelli a tempo determinato (-2%).
Da qui la proposta del presidente di Federalberghi: “Occorre intervenire con urgenza – ha detto – con misure che riguardino l’estensione della deduzione dalla base imponibile Irap introdotta dalla legge di Stabilità anche con riferimento ai contratti di lavoro stagionali e la revisione della nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi), che nella sua attuale formulazione comporta una drastica riduzione della copertura assicurativa per i lavoratori, soprattutto quelli che verranno impegnati nell’ormai imminente stagiona estiva”.
Ma c’è di più. Secondo Bocca, infatti, a mettere i bastoni tra le ruote agli operatori italiani del turismo è anche il Fisco: “Il peso che ha raggiunto la tassazione sugli immobili, nelle sue diverse componenti, è ormai insostenibile – si è lamentato il numero uno degli albergatori – Stimiamo che, nel 2014, gli alberghi italiani abbiano pagato circa 893 milioni di euro solo di Imu e Tasi”.