Nielsen: italiani più attenti al cibo sano, ma non vogliono rinunciare al gusto

Mangiare sano

 

La salute passa da quello che portiamo a tavola e a capirlo sono adesso anche gli italiani. Lo studio sulla salute e la nutrizione messo a punto dalla Nielsen Company ha, infatti, evidenziato un’accresciuta attenzione verso i cibi salutistici per i quali, però, gli italiani non sono disposti a spendere una fortuna.

L’indagine della Nielsen (che ha intervistato 30 mila individui di 60 Paesi diversi, tra cui l’Italia) ha svelato che il 57% dei nostri connazionali si considera sovrappeso e il 53% vorrebbe dimagrire. Come? Per il 75% degli intervistati, per perdere peso occorre cambiare le abitudini alimentari. Per questo, il 64% ha dichiarato di essere intenzionato a ridurre i grassi, il 51% ad assumere meno zuccheri e il 36% a portare a tavola razioni più modeste di cibo.

Ma non facciamoci troppe illusioni perché se è vero che, anche in Italia, sembra affermarsi una certa attenzione verso il mangiar sano, è altrettanto vero che il 16% degli intervistati ha dichiarato di non essere propenso a pagare di più per i prodotti salutistici e l’89% non è disponibile a sacrificare il gusto. Per quel che possono, però, gli italiani cercano di migliorarsi: nel 2014, hanno consumato ad esempio il 14% di cibo biologico in più rispetto al 2011 e il 16% in più di zucchero di canna. Non solo: è aumentato anche il consumo di prodotti integrali (+42% riso, +36% pasta) e quello degli integratori multivitaminici-multiminerali (+11%).

“Il dato più rilevante che emerge – ha commentato Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia – è senz’altro quello di un nuovo approccio agli alimenti, caratterizzato da una sempre maggiore attenzione agli aspetti salutistici dei cibi. Questa si contestualizza nella consapevolezza che una giusta alimentazione sia lo strumento più adeguato per prevenire e gestire disfunzioni fisiche come l’eccesso di colesterolo, l’ipertensione, il diabete e l’obesità”. “E’ necessario quindi – ha aggiunto Fantasia – che produttori e distributori siano consapevoli di questo cambio di mentalità dei consumatori e mettano in atto politiche di sviluppo di nuovi prodotti, sempre più naturali e sempre meno processati. Il passaggio al nuovo tipo di alimentazione non può considerarsi scontato, sia dal punto di vista dell’offerta che da quello della domanda. Occorre intraprendere un percorso culturale, che porti all’adozione di modelli nutrizionali sempre più sostenibili e in sintonia con i trend demografici che contraddistinguono il nuovo millennio”.