Il leader della Fiom, Maurizio Landini, ha già segnato le date sul calendario: i prossimi 6 e 7 giugno ha, infatti, chiamato a raccolta, in un auditorium nei pressi della Basilica San Giovanni di Roma, tutti coloro che vorranno fornire il loro contributo alla sua “Coalizione sociale”.
Le nebbie sull’esperimento socio-politico ideato dal sindacalista non si sono del tutto diradate, per quanto il documento-manifesto reso noto ieri abbia fornito qualche indizio in più. “Associazioni, movimenti, sindacati, donne e uomini che in questi anni si sono battuti contro le molteplici forme d’ingiustizia, di discriminazione e di progressivo deterioramento dei diritti – si legge nell’incipit – decidono oggi di promuovere un cammino comune. In una società fondata sull’individualismo e sulla competizione tra le persone è necessario unirsi, fare rete, coalizzarsi”.
I temi posti al centro della discussione sono tanti: si va dal lavoro (che “non è una merce, ma un diritto per tutti”) alla tutela dell’ambiente e dei beni comuni (che “vanno tutelati come patrimonio collettivo”). Senza tralasciare i diritti alla salute, all’istruzione, alla cultura, alla casa e alla pensione e destinando una certa attenzione al reddito (minimo) che deve mettere le persone “al riparo dalla povertà”. E ancora: “I diritti dei migranti, dei rifugiati e delle minoranze vanno tutelati promuovendo diritti di cittadinanza uguali per tutti”, si legge nel documento. E la lotta alle mafie e alle economie criminali va ingaggiata con l’aiuto di norme più severe.
Ma non di sola Italia vuole occuparsi Landini: “L’Europa va sottratta alle logiche tecnocratiche che, con il ricatto del debito, impongono politiche d’austerità e riportata al senso di solidarietà, collaborazione, pacifica e rispettosa convivenza tra i popoli”. E un posto d’onore non poteva non essere riservato alla nostra Costituzione che – si precisa nel documento – “va applicata per renderla davvero operativa”.
“Vogliamo dimostrare che si può far politica attraverso un agire condiviso tra soggetti diversi e rimotivare le persone a occuparsi dell’interesse generale nello spazio pubblico”, concludono i promotori della Coalizione Sociale. Che non hanno dubbi sul “perimetro” in cui devono muoversi: “Al di fuori e non in competizione rispetto a partiti, organizzazioni politiche o cartelli elettorali”.