Ammonta a 70 miliardi di euro, secondo i calcoli della Banca d’Italia, il debito che la Pubblica amministrazione italiana ha contratto con i suoi fornitori privati. Una cifra stellare che (salvo stravolgimenti epocali) i creditori riceveranno entro tempi non proprio strettissimi.
Già, perché la nostra Pubblica amministrazione ha la tendenza a pagare in ritardo, trasgredendo ai dettami della Direttiva europea introdotta nel 2013 che impone di saldare il dovuto entro un massimo di 2 mesi. Nulla di più lontano da quello che succede in Italia. Secondo Intrum Justitia (la rete di funzionari esattoriali e studi legali attiva su tutto il territorio nazionale), infatti, la Pubblica amministrazione italiana è la peggiore pagatrice d’Europa perché impiega all’incirca 144 giorni a estinguere i debiti coi fornitori. Contro una media europea che si ferma a 34 giorni.
E il confronto con alcuni Paesi risulta addirittura impietoso. Se, per dire, i “cugini” francesi sforano di poco i limiti imposti dalla Direttiva europea rendendo il dovuto entro 62 giorni, gli olandesi impiegano poco più di un mese (32 giorni) e i britannici poco più di tre settimane (24 giorni). Ma a vincere ogni record è la Pubblica amministrazione tedesca che riesce a saldare tutto entro 19 giorni.