All’assemblea di Confindustria, Matteo Renzi ha preferito lo stabilimento Fca di Melfi. Dove è arrivato, nella tarda mattinata di oggi, a bordo di una Jeep Renegade guidata da Sergio Marchionne. Il feeling tra i due è apparso solido come non mai, tanto che – tra un selfie e un “in bocca al lupo” dispensato ai dipendenti della fabbrica lucana – il presidente del Consiglio e il manager italo-canadese si sono rimpallati convinti riconoscimenti.
Senza rinunciare ai toni polemici, sfoderati per pungolare chi, a loro avviso, preferisce le chiacchiere ai fatti. “Per difendere il lavoro – ha detto Renzi – non si va ai talk show il martedì sera a fare grandi slogan ideologici (ogni riferimento a Maurizio Landini non è puramente casuale, ndr). Per difendere il lavoro si creano le fabbriche e le condizioni per cui l’Italia possa tornare a correre”. “Le polemiche ce le prendiamo tutte – ha aggiunto il premier – ma noi andremo avanti, insieme a chi crede nel futuro dell’Italia, perché finalmente il lavoro torni ad essere un diritto come prescrive la Costituzione”.
A dargli manforte Sergio Marchionne: “Si sta sbloccando un sistema ingessato da anni – si è compiaciuto il manager riferendosi all’azione riformatrice del governo Renzi – Gli errori li fanno tutti, ma l’importante è andare avanti“. E per rendere ancora più festoso l’evento, l’amministratore delegato della Fca ha annunciato mille nuove assunzioni a Melfi (tra fabbrica e indotto) e la produzione di circa 400 vetture entro l’anno. Mettendo benzina nel motore del governo che, da Melfi, rimarca il divieto a “gufi” e “iettatori”.