Il punto nodale che emerge dall’ultima rilevazione dell’Istat è che, nonostante il loro potere d’acquisto sia aumentato, le famiglie italiane non tornano a spendere. Anzi: risparmiano sempre più.
Stando ai dati diffusi ieri dall’istituto di statistica, infatti, nei primi tre mesi del 2015, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,6% su base annua. A salire è stato anche il loro potere d’acquisto: + 0,6% rispetto al trimestre precedente e +0,8% rispetto allo stesso periodo del 2014. Ma, come già accennato, la spesa finale non è cresciuta. O meglio: rispetto al trimestre precedente, tra gennaio e aprile 2015, gli italiani hanno speso lo 0,2% in meno e lo 0,1% in più rispetto all’anno precedente.
Come mai? La risposta più plausibile sembra essere quella che certifica una maggiore propensione al risparmio che, infatti, è cresciuta dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,6% su base annua attestandosi al 9,2%. Mentre il tasso di investimento, pari al 6%, è risultato stabile rispetto all’ultimo trimestre del 2014 e in flessione dello 0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Meno “parsimoniose” si sono mostrate, invece, le società non finanziarie il cui tasso di investimento, nel periodo preso in esame dall’Istat, è salito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% rispetto al primo trimestre del 2014. Con scarsi risultati sul fronte dei profitti che sono rimasti stabili rispetto ai tre mesi precedenti e sono diminuiti dello 0,8% in un anno.