Per una volta, a far incrociare le braccia ai lavoratori non è stato un piano industriale che paventa licenziamenti, ma il troppo caldo. I dipendenti della Electrolux di Forlì hanno, infatti, deciso di scioperare in massa (l’adesione è stata del 95%) per protestare contro le temperature torride raggiunte all’interno del capannone, che rendevano impossibile la prosecuzione dell’attività.
Nell’ambiente in cui, a ritmi particolarmente serrati, si producono forni e piani cottura mancherebbero, infatti, impianti di rinfrescamento e di ventilazione. Da qui l’agitazione della Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria), proclamata dopo il rifiuto, da parte del direttore dello stabilimento, di incontrare il sindacato per dare risposte sulla problematicità della situazione.
“Le temperature elevate e l’umidità – ha spiegato Cinzia Colaprico della Rsu – rendono insopportabili le condizioni di lavoro già pesantissime imposte ai lavoratori. L’insensibilità alle condizioni degli operai, da parte della dirigenza aziendale, che se ne sta al fresco dei condizionatori, è vergognosa e contraria a qualsiasi etica. Stante l’ondata di calore – ha proseguito la sindacalista – è necessario ridurre l’orario di lavoro, limitare i ritmi forzati di lavoro e fare più pause per favorire il recupero psicofisico e la tutela dei lavoratori. E in prospettiva – ha concluso Colaprico – vanno fatti investimenti per adeguare i capannoni al mutato clima”.