A distanza di due giorni dal discusso outing del teologo polacco Monsignor Krzysztof Charamsa – occorso proprio alla vigilia del Sinodo sulla famiglia -, Papa Francesco ha inaugurato, alle nove di stamattina, il conclave, che sarà incentrato sulle questioni più discusse e complesse connesse al tema della famiglia.
Il Sinodo “non è un Parlamento dove regna il compromesso”, è stato l’incipit del Papa.
“L’unico metodo del Sinodo – ha detto – è quello di aprirsi allo Spirito Santo con coraggio apostolico, umiltà evangelica e orazione fiduciosa, affinché sia lui a guidarci e illuminarci e a farci mettere davanti agli occhi, con i nostri pareri personali, la fede in Dio”.
I partecipanti al concilio – tra i quali già si sono profilati i conservatori e i progressisti -, sono 74 cardinali, 175 arcivescovi e vescovi, 6 patriarchi, 2 parroci e 13 religiosi semplici che dibatteranno circa la comunione ai divorziati risposati, le coppie di fatto, le unioni omosessuali, la contraccezione.
Agli astanti Papa Francesco ha richiesto “coraggio apostolico per non lasciarsi impaurire davanti alle seduzioni del mondo”. […] “La vita cristiana non sia museo di ricordi […], facciamo tacere tutti nostri umori per ascoltare la soave voce di Dio che parla nel silenzio”.
Concludendo ha invitato i padri sinodali ad agire con umiltà evangelica, e a “guardarsi dalle proprie convinzioni e dai pregiudizi e ascoltare i fratelli.
Non bisogna “puntare il dito contro gli altri per giudicarli, ma per tender loro la mano e per farli rialzare senza mai sentirsi superiori a loro“.
Infine alle asserzioni del cardinale Ruini che ha parlato di “famiglia in pericolo” e di una “fase di disfacimento che non ha eguali nella storia”, il Santo Padre ha replicato sottolineando l’indissolubilità del matrimonio ed esortando: “Se chiude le porte, la Chiesa tradisce se stessa“.
I lavori del sinodo si concluderanno con la stesura di un documento finale che sarà votato sabato 24 ottobre.