Dopo un lungo e sofferto dibattimento, il governatore (ex seminarista), dello stato della California, Jerry Brown, ha firmato ieri a Washington la legge sul suicidio assistito.
D’ora in avanti in California i malati terminali potranno scegliere di porre fine alle loro sofferenze decidendo per il suicidio assistito.
La California si aggiunge così ai quattro Stati USA – Oregon, Vermont, Washington e Montana -, dove la pratica è già consentita.
Il governatore Brown – dopo una lunga e assai meditata riflessione e dopo aver ascoltato i pareri di medici e anche di un vescovo cattolico -, ha affermato di aver sottoscritto il provvedimento perché “Se fossi un malato terminale mi sarebbe di conforto valutare l’opzione della morte dolce”. […] quindi non vorrei negare agli altri questo diritto”.
Al provvedimento si oppongono la Chiesa cattolica e l’associazione Californians Against Assisted Suicide – che si sta battendo contro l’approvazione della legge -, il cui portavoce Tim Rosales ha affermato “Questo è un giorno triste per il nostro Stato”.
L’ End of Life Option Act – adattato sulla legge del ’97 dell’Oregon -, entrerà in vigore nei prossimi mesi, consentendo ai malati terminali adulti in pieno possesso delle facoltà mentali di scegliere la “dolce morte”, che avviene attraverso la somministrazione di dosi letali di farmaci specifici sistematicamente prescritti da personale medico.
E proprio in Oregon – che è stata la prima nazione ad approvare questa legge -, lo scorso anno 105 malati terminali si sono suicidati somministrandosi i farmaci prescritti.
Ricordiamo che il suicidio assistito differisce dall’eutanasia, giacché è il malato stesso a procurarsi la morte.
Attualmente in Europa, i Paesi dove la pratica è ammessa sono il Belgio, il Lussemburgo, i Paesi Bassi e la Svizzera.
Nel mondo, oltre ai già citati Stati americani, la Colombia.
In Italia la morte assistita è considerata un reato e, nonostante alcuni parlamentari bipartisan e le associazioni chiedano una legge, sul tema manca una normativa.