Mentre la folla si radunava per prendere parte alla manifestazione pacifista prevista per oggi ad Ankara, in Turchia – per reclamare la fine del conflitto con il Pkk curdo, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan -, questa mattina la capitale turca è diventata teatro di un sanguinoso attacco terroristico che ha causato la morte di 86 persone e 186 feriti, di cui 28 gravi.
In base a quanto ha riferito il premier turco Ahmet Davutoglu, che ha definito il grave episodio un “attacco alla pace e alla democrazia in Turchia“, è pressoché certo che siano stati due kamikaze a provocare le due violente esplosioni, avvenute intorno alle 10:00 nei pressi della stazione.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – che ha annullato i suoi impegni di oggi a Istanbul per fare rientro ad Ankara -, ribadendo il pensiero di Davutoglu, ha affermato “Condanniamo con forza questo attacco che prende di mira l’unità. Siamo contro ogni forma di terrorismo“.
A tre settimane dalle elezioni politiche i principali leader politici hanno dovuto interrompere la campagna elettorale per raggiungere il luogo dell’attacco: il partito di opposizione socialdemocratico Chp e il partito filo-curdo Hdp hanno sospeso le iniziative previste per la giornata di oggi, legate alla campagna elettorale per il voto anticipato del primo Novembre.
“Stiamo assistendo a un enorme massacro. È una continuazione di quelli di Diyarbakir e Suruc“, ha dichiarato il leader del partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas.
Ricordiamo che alla vigilia del voto lo scorso 5 giugno, alla fine di un comizio di Demirtas a Diyarbakir (capitale ufficiosa del Kurdistan), 4 persone persero la vita e altre 100 rimasero ferite in un’esplosione ad opera di un giovane turco reclutato dall’Isis nel 2014.
Poco più di un mese dopo, il 20 Luglio, a Suruc 33 attivisti diretti a Kobane rimasero uccisi in un attentato compiuto da un kamikaze dell’Isis.
Il primo ministro Davutoglu ha immediatamente convocato una riunione d’emergenza sulla sicurezza.
Nel timore di nuovi attentati la manifestazione per la pace è stata annullata.