In occasione della riapertura straordinaria della maestosa Biblioteca dei Girolamini a Napoli, ieri mattina un fiume interminabile di persone si è riversato in via Duomo nell’attesa di varcare le soglie del sancta sanctorum delle biblioteche italiane.
Considerata uno dei luoghi più belli al mondo, la Biblioteca dei Girolamini – inaugurata nel 1586 nel complesso dell’omonima chiesa-, è una delle più antiche e imponenti biblioteche pubbliche italiane, la seconda dopo quella Malatestiana di Cesena.
Contiene (conteneva!!!) circa 160mila volumi laici e religiosi, molti manoscritti del Seicento, ventisei “Legature Canevari”, oltre seimila composizioni e opere musicali e numerosi affreschi.
La biblioteca era stata chiusa al pubblico nel 2012, quando i carabinieri la posero sotto sequestro dopo aver scoperto che molti volumi erano stati trafugati e venduti illegalmente.
I responsabili del saccheggio furono tutti individuati, alcuni assicurati alla giustizia.
Primo fra tutti l’ex direttore Marino Massimo De Caro, attualmente agli arresti domiciliari, su cui pende una condanna a sette anni in via definitiva con interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Agli arresti si trova anche il conservatore della biblioteca padre Sandro Marsano.
Si investiga ancora anche sul ruolo di Marcello Dell’Utri – già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa -, nel furto dei tesori custoditi nella biblioteca.
Dell’Utri, con il favore di De Caro, si sarebbe impossessato di almeno 14 volumi, tutti di inestimabile valore (tra gli altri, una copia di “Utopia” di Thomas More del 1518 e una del “De rebus gestis” di Gian Battista Vico;).
Le indagini hanno portato al ritrovamento, in provincia di Verona, di un deposito contenente 240 volumi sottratti alla biblioteca e all’individuazione di acquirenti residenti in Inghilterra, Giappone e Stati Uniti.
Invero è possibile che altri 1500 libri siano stati trafugati prima della nomina di De Caro a direttore, ma i fratelli Berardi, i bibliotecari che accusarono De Caro, non hanno mai denunciato la sparizione di questi ultimi.
I tomi attualmente recuperati, disseminati in tutto il mondo, sono 2400.
Alle centinaia di persone guidate dai volontari del Fai – fatte entrare poco a poco in gruppi da 50 -, nella sala “Gianbattista Vico”, la più poderosa, molti scaffali sono apparsi tristemente vuoti.
E’ stata l’attuale direttrice, Silvana Gallifuoco, a svelare al pubblico i ripiani semivuoti. “Guardate un po’ con i vostri occhi il grande furto in questa sala in cui hanno studiato Giambattista Vico e Benedetto Croce”, ha affermato con mestizia.
“Abbiamo trovato la biblioteca in una situazione da day after” – ha rilevato Mauro Giancaspro, nominato custode giudiziario della biblioteca subito dopo il sequestro -, […] Abbiamo allestito una task force per avviare un lavoro in parte compiuto, a partire dalla bonifica e dalla disinfestazione, ma quello che resta da fare è ancora tanto. Abbiamo recuperato diversi archivi ma sarà necessaria una risistemazione complessiva”.
La temporanea apertura delle sale della biblioteca è stata resa possibile grazie all’iniziativa nazionale del Ministero per i Beni culturali denominata “Domenica di carta”, che prevede e incentiva visite ed eventi nelle biblioteche e negli archivi di Stato.
L’evento, intitolato «Per ricominciare…», è stato fortemente voluto dal Direttore Generale Biblioteche e Istituti Culturali, Rossana Rummo, dalla Procura della Repubblica di Napoli, con la collaborazione del Fai-Delegazione di Napoli e dell’Associazione Italiana Editori.