Renzi cita l’ex Cav: Meno tasse per tutti

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Renzi come Berlusconi? A pensare che tra l’attuale presidente del Consiglio e l’ex Cavaliere esista un filo di connessione stretto sono in molti. E, in maniera obliqua, anche i diretti interessati, se è vero (come è vero) che il leader di Forza Italia va ripetendo, ormai da tempo, che Renzi copia male le sue ricette politiche. E se lo stesso premier, intervistato ieri sera da Lilli Gruber a Otto e mezzo, si è lasciato andare a un “lo dico berlusconianamente” che ha tradito (per lo meno) una consapevole tendenza a ricorrere alle formule comunicative del senatore decaduto.

Interpellato sulla chiacchierata abolizione dell’Imu sulla prima casa degli italiani: “Sono dieci anni che parliamo solo di Ici, Imu, Tasi – ha dichiarato Renzi – è la tassa più odiata e non è mai stata tolta. E’ una misura di pancia? Sì, ma non è elettorale”. “Siamo partiti dai redditi più bassi, con gli 80 euro – ha rivendicato il premier – Poi abbiamo ridotto le tasse su impresa e lavoro, ora la casa e il prossimo anno continueremo con Ires e Irpef. La dico berlusconianamente: meno tasse per tutti. Solo che lui ha fatto lo slogan e se ne è andato, noi lo facciamo davvero”.  Come dire: gioco sullo stesso campo del mio predecessore a Palazzo Chigi, ma a differenza sua, sto andando in rete.

Nessuna marcia indietro, poi, sulla norma (inserita nella Legge di Stabilità) che prevede l’innalzamento a 3 mila euro del limite del contante consentito: “Per me non si cambia – ha dichiarato il premier – su questo siamo pronti anche a mettere la fiducia“. Una fermezza legata alla convinzione del presidente del Consiglio che l’evasione fiscale non si debba combattere giocando a guardia e ladri con gli italiani, ma incrociando i dati che riguardano i loro redditi e i loro movimenti finanziari. Un punto, questo, che ha esasperato la distanza tra il segretario del Pd e la minoranza interna del suo partito delle cui opinioni Renzi non sembra curarsi troppo.

E infine la questione Verdini che, agli occhi dei detrattori più incalliti, segna un altro punto di contatto con Silvio Berlusconi. Il fuoriuscito di Forza Italia ha, infatti, assicurato il sostegno alla maggioranza nel delicato passaggio parlamentare culminato con l’approvazione della riforma del Senato. E ha spinto molti osservatori a ipotizzare che l’ex braccio destro politico dell’ex Cavaliere mediti di passare dall’opposizione alla maggioranza. “Ad oggi, escludo assolutamente che Verdini possa entrare in maggioranza – ha detto Matteo Renzi – ma da qui al 2018, osservo uno sfarinamento a destra che mi colpisce molto. Non so cosa accadrà perché negli ultimi due anni Berlusconi e i suoi hanno cambiato idea su tutto”. A chiudere la porta lasciata semiaperta dal premier è arrivata, poco dopo, una nota chiarificatrice di Palazzo Chigi: “Denis Verdini e i suoi non fanno e non faranno parte del governo – è stato precisato – Se in futuro vorranno aggiungersi con i loro voti a singoli provvedimenti della maggioranza, questo riguarda esclusivamente la libera dinamica politico-parlamentare e non la coalizione di governo”. E’ quello che pensa anche Renzi?