
Ignazio Marino è ancora il sindaco di Roma e lo sarà fino al 2 Novembre, data nel quale scade il termine massimo per ritirare le dimissioni da Primo Cittadino che tanto avevano appassionato milioni di romani e di italiani. Marino non ha mai goduto di ottima fama e le sue scelte sono state spesso discutibili e non apprezzate dal suo stesso partito, eppure negli ultimi tempi il consenso popolare nei confronti del primo cittadino è salito di molto, con manifestazioni di affetto e fiducia da parte dei suoi votanti.
Domenica scorsa davanti al Campidoglio si è radunata una folla di oltre 2000 persone per chiedere al sindaco Ignazio Marino di ritirare le dimissioni e proseguire il suo lavoro. Il sindaco ci sta pensando e potrebbe giocare “un tiro mancino” nei confronti del PD e di Orfini che l’hanno praticamente scaricato. Marino è stato votato dal popolo ed ha la maggioranza, ma cosa succederebbe se il sindaco decidesse di revocare le dimissioni? Il PD, il Partito Democratico, ha più volte dichiarato che la sua esperienza di sindaco è conclusa, M5S e PDL, assieme a Marchini e Fratelli d’Italia sono concordi con il PD: nel caso in cui Marino ritiri le dimissioni il PD ha pronta la mozione di sfiducia, l’alternativa sarebbe la dimissione in blocco della soglia minima di 25 consiglieri (il PD ne ha soli 19). E’ un caso che ha del paradossale, da seguire attentamente.