Che tra Corradino Mineo e Matteo Renzi non corresse buon sangue era cosa nota a tutti. Ma che l’addio dell’ex direttore di Rainews24 al gruppo del Pd al Senato si trasformasse in un attacco frontale alla leadership del segretario-premier è una faccenda che (forse) neanche i più malevoli avevano messo in conto. Eppure si è verificato, contribuendo ad avvelenare non poco un clima politico già sufficientemente surriscaldato.
Ma cosa ha detto esattamente Corradino Mineo? Il “sanguigno” senatore che qualche giorno fa ha formalizzato la sua uscita dal Pd ha risposto per le rime a una dichiarazione che Matteo Renzi ha recentemente consegnato a Bruno Vespa. “Corradino Mineo? – aveva dichiarato il premier – Un anno fa annunciò le dimissioni da senatore dopo aver offeso in modo squallido i bambini autistici. Disse: ho sbagliato, me ne vado. E’ sempre lì a spiegare come va il mondo. Al massimo si dimette dal Pd, ma la poltrona non la lascia, per carità”.
Un je accuse pesante, a cui il giornalista ha deciso di rispondere con una poderosa controffensiva: “Renzi non si fa scrupoli – ha commentato – rivela conversazioni private, infanga per paura di essere infangato. E sa che io so. So quanto si senta insicuro quando non si muove sul terreno che meglio conosce, quello della politica contingente. So quanto possa sentirsi subalterno a una donna bella e decisa. Fino al punto di rimettere in questione il suo stesso ruolo al governo. Io so, ma non rivelo i dettagli di conversazioni private. Non mi chiamo Renzi, non frequento Verdini, non sono nato a Rignano”.
Un botta e risposta che non è passato inosservato. Anche perché ha allungato ombre sulla “virilità” (squisitamente politica) di un premier che ha fatto dell’immagine uno strumento di consenso. Per molti una “caduta di stile”, un’uscita velenosa a cui si sarebbe preferito un congedo più dimesso e composto. Ma le parole di Mineo hanno spinto un po’ tutti (anche i meno avvezzi al gossip della politica) a dare un volto alla “donna e bella e decisa” che terrebbe sotto scacco il presidente del Consiglio. Tra le “papabili”, il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, ma anche Anna Ascani le cui “quotazioni” sarebbero salite moltissimo, negli ultimi mesi. Tanto che, stando ai beninformati, Matteo Renzi le avrebbe prospettato la possibilità di subentrare a Stefania Giannini alla guida del ministero dell’Istruzione.