Un colpo messo a segno da professionisti, studiato con attenzione e probabilmente commissionato da qualcuno. Questa è l’idea che si sono fatti gli inquirenti del bottino trafugato ieri nel Museo Civico di Verona. Tre malviventi si sono infatti introdotti a volto coperto all’interno della struttura e, dopo aver immobilizzato l’unica guardia presente e la cassiera, sotto minaccia hanno obbligato il vigilante a condurli nelle sale che cercavano. Da li hanno prelevato “11 capolavori e altre opere minori” spiega il sindaco di Verona, Flavio Tosi, sopraggiunto sul posto assieme agli uomini della polizia scientifica. Sempre il primo cittadino continua affermando che ”sicuramente qualcuno li ha mandati, perché si sono mossi con abilità, andando a colpo sicuro”. “Tra i dipinti rubati – ha concluso – ci sono capolavori di Mantegna, di Rubens, Pisanello; praticamente le opere più preziose esposte”.
Questo l’elenco dei quadri trafugati: “Madonna col bambino, detta madonna della quaglia” di Antonio Pisano detto Pisanello; “San Girolamo penitente” di Jacopo Bellini; “Sacra famiglia con una santa” di Andrea Mantegna; “Ritratto di giovane benedettino” di Giovanni Francesco Caroto; “Madonna allattante”, “Trasporto dell’arca dell’alleanza”, “Banchetto di Baltassar”, “Sansone” e “Giudizio di Salomone” di Jacopo Tintoretto, “Ritratto di ammiraglio veneziano” della Bottega di Domenico Tintoretto; “Dama delle licnidi” di Peter Paul Rubens; “Paesaggio” e “Porto di mare” di Hans de Jode e “Ritratto di Girolamo Pompei” di Giovanni Benini.