Si svolgerà oggi a Bruxelles il vertice dei ministri degli Interni dei 28 Paesi dell’Unione. Un summit che era stato a suo tempo convocato per discutere della crisi migratoria e che invece oggi, dopo i fatti di Parigi, è chiamato principalmente a discutere delle misure straordinarie da adottare per contrastare il pericolo di nuovi attentati ai quali l’Europa si sente esposta.
Ed è proprio comprendendo la fragilità emotiva del momento che Amnesty International ha esortato i leader europei a garantire in ogni caso il rispetto dei diritti umani e a non cedere alle retoriche anti immigrazione. Ad ogni modo un documento sul quale lavorare è già sul tavolo. E’ un documento quadro che i funzionari europei dell’antiterrorismo hanno creato ad hoc e che sarà l’oggetto di discussione principale dell’incontro di oggi. Molte le misure proposte, alcune delle quali anche molto incisive. Non ci sarà, ad esempio, una vera e propria sospensione del trattato di Shenghen (quello che permette libera circolazione all’interno della comunità europea per i cittadini dell’Unione) ma un inasprimento dei controlli per tutte le persone che rientrano in Europa da un terzo Paese membro, indipendentemente se si tratti di cittadini europei o meno. Si propone anche una schedatura degli individui in ingresso tramite impronte digitali e scansione del volto negli aeroporti, nei porti, nelle stazioni. Da ovunque si tenti di entrare in Europa, insomma. Tutti questi dati dovrebbero poi confluire in un unico grande database a disposizione di tutte le polizie europee. Viene inoltre contemplata la creazione di squadre speciali d’intervento rapido (Rabit) e la possibilità di “segnalazione immediata” per passeggeri sospetti.
Il pool dell’antiterrorismo che ha redatto il documento ha proposto anche l’estensione di nuove competenze per il Frontex, il dipartimento che fino ad oggi si è occupato semplicemente di gestione e accoglienza dei flussi migratori, con compiti che prevedrebbero una stretta collaborazione con Europol nella lotta contro i foreign fighters, anche se l’agenzia ha fatto sapere di non ritenersi in grado di svolgere simili controlli, più competenti a reparti di polizia che non di accoglienza. Ovviamente i controlli sui flussi d’arrivo saranno inaspriti. Un giro di vite, quindi, che in molti in Europa attendono con impazienza. Resta adesso da vedere quale sarà la mediazione finale alla quale i ministri giungeranno nell’arco della giornata.