L’Istat ha pubblicato i dati della ricerca sulla povertà in Italia eseguita nello scorso anno. Un campione di studio condotto su 158 comuni italiani nei quali risultano presenti delle strutture di accoglienza notturna o di servizi mensa per persone senza fissa dimora.
Il numero dei cittadini che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa è passato dalle 47.648 persone a 50.700, cioè dal 2,31 al 2,43 per mille della popolazione regolarmente iscritta presso i comuni considerati dall’indagine. Un incremento che era “purtroppo atteso – come commenta Mario Marazziti, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera- L’incremento non sorprende, vista anche la fragilità dei nuclei familiari che aumenta in tempi di difficoltà economiche”. E se Marco Rondini (Lega) vicepresidente della Commissione chiede al governo “che venga aumentato il fondo per l’inclusione sociale come intervento diretto” il focus presentato dall’Istituto nazionale di Statistica fotografa un fenomeno tutt’altro che superato. Aumentano i senza fissa dimora al sud (dall’8,7% all’11,1), mentre restano sostanzialmente invariate le percentuali per il nord ed il centro. Unica eccezione positiva resta il Nord-est nel quale la quota si contrae (dal 19,7% al 18). La maggioranza sono uomini (87,5%) di cui una buona metà stranieri (58,2%). Pochi hanno un titolo di studi (solo un terzo raggiunge il diploma di scuola media superiore) e l’età media è di 44 anni.
“Bisogna immaginare nelle grandi città piani straordinari di edilizia sociale- ha commentato ancora Mario Marazziti- e rendere affittabile a prezzi accessibili anche parte del patrimonio sfitto.”
Giuseppe Caretta