All’ospedale Brotzu di Cagliari, il più grande della Sardegna, delle giornate così piene non si vedevano da parecchio tempo. Ben sei donazioni di organi in otto giorni hanno ridato speranza a coloro che, da mesi, erano in lista di attesa per un intervento che molto spesso segna il discrimine tra la possibilità di continuare a vivere e quella di morire. Eppure nonostante la disponibilità degli organi, in maniera surreale, l’ultimo intervento di ieri è stato rimandato causa fine del turno di lavoro del personale. Una situazione kafkiana, conseguente all’introduzione delle nuove regole sull’orario di lavoro dei medici e degli infermieri propugnate dalla Comunità europea, come spiega il coordinatore delle equipe, Ugo Storelli: “Il personale- racconta- non può fare più di un certo numero di ore di lavoro e con le carenze d’organico potrebbe ripetersi ciò che è avvenuto: abbiamo espiantato i reni e siamo stati costretti a mandarli a Torino.”
“Tra un turno e l’altro- continua – devono passare almeno undici ore e il lavoro non può proseguire oltre le dodici ore e cinquanta minuti.” Il problema nasce dal momento in cui, per non incappare nelle salatissime multe che sono state imposte come deterrente, i chirurghi e gli infermieri devono incrociare le braccia nonostante ci sia impellente necessità d’intervento. “Ora- conclude Storelli- speriamo che le assunzioni di medici e infermieri annunciate dal governo si facciano davvero e al più presto. Ma, in fondo, temiamo di ritrovarci di fronte a un altro problema: le sanzioni per aver speso troppi soldi per rimpolpare gli organici.”
di Giuseppe Caretta