Ha già diviso e creato polemiche il cartello che l’amministrazione di Pontoglio, in provincia di Brescia, ha deciso di affiggere all’ingresso del paese come monito per i nuovi venuti. Non un indicazione di siti archeologici, tantomeno uno di quei classici cartelli che elencano sconosciute città del mondo con le quali si stringono gemellaggi culturali, ma una semplice, indiscutibile scritta: “Paese a cultura Occidentale e di profonda tradizione Cristiana. Chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene.”
Una precisazione antropologica che lascia il vago sentore di ostilità preconcette e chiude, una volta per tutte, il vecchio mito dell’ospitalità della gente di una volta. “Non c’è nulla di razzista –precisa con paggeria l’assessore di maggioranza Bocchi- sono tutte interpretazioni che vengono fatte. Questa è un’informazione storica, la nostra tradizione è questa. Se qualcuno ci vuole contestare perché Pontoglio non ha tradizioni cristiane lo dica.” E a chi si chiede perché mai il sindaco abbia voluto con tanto zelo precisare questi punti lui stesso, interrogato, risponde: “E’ un invito a rispettare la cultura e le tradizioni locali. Una cultura che si fonda sul rispetto reciproco: dalla donna alla musica, dall’arte ai costumi, dalle usanze ai riti tradizionali. Il rispetto altrui è, per noi, la prima vera forma di civiltà e libertà.” Parole che non bastano a placare le polemiche. E se anche restasse vero il principio che ognuno è padrone a casa propria riesce difficile capire da dove venga la necessità di ricordarlo con tanta poca gentilezza.
di Giuseppe Caretta