Onu cerca di raggiungere un accordo sulla Siria. L’ombra di Assad pesa sui colloqui

Ancora un’altra giornata di incontri a New York, dove il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è riunito per il negoziato onuriguardante il futuro della Siria e il finanziamento dei gruppi terroristici. La riunione di ieri è riuscita a giungere ad una risoluzione di 29 pagine che è, in un certo senso, l’estensione di quella che era giù stata approvata per contrastare al Qaeda. La novità maggiore riguarda il rafforzamento delle misure per la lotta al finanziamento dei gruppi terroristici, e una particolare attenzione al problema dei terroristi stranieri. C’è anche un riferimento al traffico di beni, capitali e persone, oltre che una serie di misure che si focalizzano sui rapporti del terrorismo col crimine organizzato. Adesso gli stati avranno 120 giorni prima di presentare un rapporto sulle misure adottate anche se, come ormai si ripete da decenni, le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza non hanno carattere vincolante e, anche qualora ci fossero stati che lasciassero i loro propositi a livello di mera decisione di principio ben poco, le Nazioni Unite, potrebbero fare per obbligarlo ad agire.

Resta comunque il dato politico, che è di segno positivo. E’ la prima volta, infatti, che Usa e Russia compiono un passo nella stessa direzione da quando Mosca è scesa in campo per combattere lo Stato Islamico. Pesa ovviamente il futuro di Assad. La Russia lo vuole al suo posto anche dopo una, eventuale, fine del conflitto armato mentre gli Stati Uniti spingono affinchè si avvii un “processo” che porti alla sua destituzione. Nel mezzo, come sempre, sta l’Onu che, per bocca del Segretario generale Bank Ki-moo ha dichiarato di non poter immaginare come un leader così coinvolto nelle violenze possa ancora trovare un ruolo in un paese pacificato.

di Giuseppe Caretta