Si chiamano “geometrie variabili” e sono le dinamiche della realpolitik che, in caso di disaccordo all’interno della maggioranza, autorizzano il Governo a confrontarsi e contrattare con le forze dell’opposizione. Un trionfo di pragmatismo che i più intransigenti derubricano a inaccettabile opportunismo. In qualsiasi modo la si pensi, il tema delle unioni civili – che, come è noto, in Italia non è mai stato affrontato in maniera normativamente valida, tanto da attirarci i ripetuti rimbrotti di Bruxelles – ha seminato zizzania nella maggioranza. Soprattutto con quell‘Ncd che fatica a digerire alcune delle proposte inserite nel ddl Cirinnà.
Ma il testo deve andare avanti ed è a questo principio che il partito di Matteo Renzi sembra attenersi con irremovibile fermezza. Tanto da contemplare la possibilità di svincolarsi dagli alleati per accordarsi con gli oppositori di sempre. “Occorre lavorare con intelligenza – ha spiegato, in una recente intervista, il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini – cercando il consenso più ampio anche di forze che sono all’opposizione come il M5S e Sel perché la riforma va fatta. D’altra parte, si tratta di un tema particolare e di stretta pertinenza parlamentare ed è giusto che in Aula si trovino i punti di equilibrio non legati agli schemi maggioranza-opposizione”. Le geometrie variabili appunto. A ribadire il concetto Debora Serracchiani che, interpellata da La Repubblica sugli acclarati disaccordi con il partito di Angelino Alfano sul tema delle unioni civili, ha detto: “Credo che insieme abbiamo ben governato fin qui superando ostacoli complicati come la riforma costituzionale, la ‘Buona scuola’ e il Jobs Act. Questo è un passaggio importante, confido che ci sarà il sostegno di Ncd, ma se non sarà così – ha tagliato corto la democratica – non cadrà certo il governo”.
Come dire che i niet scanditi con forza dagli alfaniani in questi giorni – i quali, sia detto per inciso, considerano inaccettabile la misura della stepchild adoption che prevede la possibilità, all’interno di una coppia omosessuale, di adottare il figlio del partner – non impensieriscono affatto i “sodali” del premier. Che non sembrano preoccuparsi troppo neanche di quella striminzita minoranza che, all’interno dello stesso Pd, ha storto il naso (esattamente come i parlamentari di Ncd) al cospetto della già citata stepchild adoption. La probabile apertura del Pd alle forze dell’opposizione – oltre a Sel e M5S, potrebbe votare sì al testo sulle unioni civili anche Forza Italia – ha attirato gli “anatemi” degli alleati. Tra tutti, Gaetano Guagliariello (ex alfaniano fondatore di Idea) che non ha esitato a definire “cinico e opportunista” il primo partito di governo. “Renzi ha fin qui usato i voti di Ncd per governare – ha osservato – ora non si imbarazza a chiedere, nei Comuni, i consensi di Sel e della sinistra più estrema e, sulle unioni civili, arriva ad aprire al Movimento Cinque Stelle”.