Omicidio Olsen: la giovane fu strangolata con un laccio. Ora si cerca il telefonino scomparso

Continua a restare un mistero la morte di Ashey Olsen, la giovane artista americana trovata morta nella sua casa di olsenFirenze lo scorso sabato. Ieri, all’istituto di medicina legale dell’ospedale di Careggi, è stata eseguita l’autopsia sul corpo della giovane. Primo dato emerso è che lo strangolamento che ne ha causato il decesso non è avvenuto a mani nude bensì tramite un laccio, o una corda. Importanti saranno anche i risultati degli esami tossicologici e dei tamponi, che accerteranno l’eventualità di un rapporto sessuale. Tutti queste informazioni potranno, forse, aiutare gli inquirenti nel lavoro di indagine, adesso in mano al super poliziotto Giacinto Profazio, lo stesso che interrogò per primo Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Intanto si cerca di ricostruire il quadro delle ore precedenti all’omicidio e di quelle immediatamente successive. Giovedì sera la giovane è stata con delle amiche in un club privato, il Montecarla, dal quale è andata via per ultima, non si sa se sola oppure in compagnia di qualcuno. A tal proposito tutti i filmati delle telecamere di sicurezza della zona sono al vaglio degli investigatori. Successivamente bisogna fare un salto fino al momento dell’omicidio. Il corpo della ragazza è stato rinvenuto nudo, in casa nessun segno d’effrazione o di violenza. “Ha aperto lei la porta, si fidava”, dicono con certezza gli inquirenti. Ma del suo cellulare non c’è traccia, il suo computer è rimasto acceso sino a venerdì mattina. Chi l’ha spento? E perché? Da considerare anche il fatto che il cane della vittima non ha abbaiato mai per tutta la notte. Nessuno ha riferito questo particolare. Si può quindi presumere che la circostanza che ha preceduto il delitto fosse pacifica. Dai tabulati telefonici potranno forse arrivare ulteriori indizi, anche se bisogna constatare che, ad oggi, non c’è ancora alcun modo di recuperare le conversazioni su Whatsapp qualora il dispositivo venga perso, proprio come misteriosamente avvenuto in questo caso.

Giuseppe Caretta