Uomo ucciso dalla polizia francese legato a una casa per richiedenti asilo in Germania

attentato parigiLo scorso 7 Gennaio, giorno del primo anniversario dell’attentato terroristico alla redazione di Charlie Hebdo, a Parigi, un uomo è stato ucciso dagli agenti mentre cercava di inserirsi nella stazione di polizia all’urlo “Allahu akbar”. L’uomo aveva in mano un coltello da macellaio e una cintura che sembrasse contenere dell’esplosivo.

Le indagini condotte dalla polizia francese affermano che il probabile attentatore vivesse in una casa per richiedenti asilo in Germania, nella città Recklinghausen in Westfalia. La polizia tedesca ha dunque condotto a sua volta delle indagini in seguito al suggerimento francese. Ne è conseguito il ritrovamento di diversi passaporti con relative identità usate dall’uomo marocchino, tunisino o georgiano. Diverse sim card e uno striscione con la scritta “Stato islamico per sempre”. L’uomo apparentemente possedeva sette diverse identità.

La polizia francese in ogni caso si riserva il diritto di non confermare totalmente che l’uomo vivesse in Germania. Ma la notizia sconvolge comunque ulteriormente gli equilibri tedeschi nei confronti della ormai sempre più attuale e grave crisi dei migranti nella nazione che lo scorso anno ha ospitato più di un milione di rifugiati.

Tutto ciò unito ai recenti fatti della  ha portato la cancelliera Angela Merkel a rendere più difficili le condizioni per ottenere asilo in Germania. Ad esempio il diritto può essere negato se il richiedente risulta condannato, in attesa di giudizio o in prigione per un qualsiasi reato. Secondo la legge corrente solo i richiedenti condannati a più di tre anni rischiano di essere deportati e solo se viene dimostrato nessun pericolo per le loro vite nel Paese d’origine.

Carmela La Spina