Riforma Senato: opposizioni insorgono su calendario voto

SenatoI tempi sono stati definiti: la conferenza dei capigruppo del Senato che si è riunita nei giorni scorsi ha stabilito che il ddl Boschi (il testo che, come ormai tutti sanno, vuole “rifare il trucco” all’assemblea di Palazzo Madama) tornerà in Aula il 19 gennaio per essere votato mercoledì 20 alle ore 17.00. Il giorno successivo, giovedì 21 gennaio, si provvederà invece alla nomina dei presidenti e vicepresidenti delle commissioni parlamentari rimaste fin qui acefale. Il calendario stabilito dalla capigruppo ha fatto infuriare le opposizioni che hanno dato corpo all’ennesima “baruffa” in Aula.

Per M5S, Lega, Forza Italia e Sel si tratterebbe, infatti, dell’ennesima “forzatura” da parte del Governo impegnato a racimolare al Senato i numeri necessari a garantirsi l’approvazione del ddl. Ne servono 161 e i voti del Pd (112) e di Area Popolare (31) da soli non bastano. Da qui le accuse delle opposizioni secondo cui, in pratica, si sarebbe scelto di posticipare le nomine dei presidenti e vicepresidenti di commissione per convincere qualche senatore “riottoso” a votare sì alla riforma. “Hanno spostato il rinnovo delle commissioni – ha denunciato la senatrice di Sel, Loredana De Petris – per acquisire i 161 voti necessari sulle riforme, strozzando così i tempi  e commettendo una forzatura enorme. Non hanno voluto evitare l’ombra pesante del mercimonio dei voti sulle riforme. È molto grave,  questo io lo chiamo voto di scambio“.

Ci va giù pesante anche il senatore della Lega, Roberto Calderoli: “Ormai è dimostrato che con questi ricatti, prima quello delle presidenze delle commissioni, poi ci saranno le caselle del governo – ha affondato il vicepresidente del Senato – la maggioranza non esiste più, ma va avanti solo con lo scambio di poltrone“. A rincarare la dose è stato poi il pentastellato Michele Gianrusso: “Siamo passati dalla democrazia alla cleptocrazia ha dichiarato il senatore del M5S – sono tutti lì a cercare di trarre il massimo profitto da qualsiasi cosa, persino da una vicepresidenza di commissione. Così si svendono le riforme per un migliaio di euro in più: è un atto vile, un tradimento, siamo al mercimonio ed è una cosa gravissima”.

Maria Saporito